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Vicenza, nella sua Bertesina una piazza dedicata a mons. Giulio Cattin, musicologo di fama

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Una cerimonia ricca di episodi inediti sulla vita del musicologo vicentino

Il momento in cui si scopra il cartello che intitola la piazza a don Giulio
Chissà se, a vedere tante gente e il cartello con il suo nome che battezza la piazza di Bertesina, mons. Giulio Cattin si sarebbe perfino imbarazzato, perché commosso lo sarebbe stato senz’altro. Era persona sensibile, riservata, semplice, che per tutta la vita ha celebrato alle 10 di domenica la messa a San Bortolo, come un prete qualsiasi. Fu anche rettore della chiesa di San Vincenzo, dove recuperò in tempi moderni la messa in latino. Non c’era alcun intento revanscista: solo il piacere di ascoltare quella lingua della chiesa antica, la cui musica lui ha studiato per tutta la vita. Era sempre inappuntabile ed elegante, don Giulio: si faceva fatica a riconoscerlo come prete, perché al clergyman preferiva abiti di taglio molto “borghese” con tanto di cravatta, abitudine inesistente fra i sacerdoti. Alla cerimonia di intitolazione della nuova piazza di fronte alla chiesa è naturalmente intervenuto il sindaco Rucco, che peraltro giocava in casa, visto che Bertesina è il suo quartiere e s’è rivelato piuttosto orgoglioso di questa piazza, la seconda che inaugura a Vicenza in pochi mesi dopo quella intitolata a Norma Cossetto a Polegge. L'amministrazione ha raccolto la richiesta di battezzare la piazza con il nome di Cattin dopo che è giunta in Comune con allegata una robusta raccolta di firme, coordinata da Mario Zocche, ex amministratore pubblico e amico di don Giulio, che era originario proprio di Bertesina.

Mons. Furian ha raccontato l'amico don Giulio con affetto

Due sorelle di don Giulio, Maddalena e Giovanna, e una nipote hanno scoperto il cartello
Ma è stato mons. Lodovico Furian, già vicario generale della diocesi (cioè vice-vescovo, per i non addetti alle questioni di chiesa) a raccontare episodi non conosciuti dell’amico Giulio. Ha ricordato tre momenti in cui l’ha visto commosso, con gli occhi lucidi. Il primo è stato quando l’invitarono a far parte della commissione per la beatificazione di Savonarola: per lui, che aveva ritrovato alla biblioteca Ambrosiana, un manoscritto che si riteneva scomparso del frate era un riconoscimento importante al suo lavoro di studioso. La commissione poi non produsse niente, ma questo è un altro discorso. Il secondo momento riguardò l’invito a dirigere l’Istituto pontificio di musica sacra a Roma, quello che nel 1986 gli aveva conferito la laurea honoris causa per il suo lavoro di studioso nel campo musicologico. Lui rimase nel Veneto, anche perché insegnava all’università di Padova, ma era anche in quel caso un tributo al suo lavoro. Infine, il terzo momento di commozione arrivò – è ancora il racconto di Furian – quando vide il suo nome inserito nella prestigiosa Enciclopedia Britannica.

Quando padre Gemelli andò a chiedere al vescovo Zinato che quel giovane restasse all'università a Milano: ottenne un "no" come risposta

Mons. Giulio Cattin durante una conferenza
Un altro episodio della sua vita che sfugge alle biografie ufficiali lo racconta, a margine dell’incontro, l’avvocato Mariano Marini, suo nipote. Com’è noto, don Giulio era andato a studiare all’università Cattolica di Milano. E il fondatore-rettore, padre Agostino Gemelli, siamo alla fine degli anni Quaranta, comprese subito le qualità di quello studente vicentino. E decise di venire a Vicenza per chiedere al vescovo del tempo, Carlo Zinato, di lasciare a Milano quello studente così brillante, sacrificando la diocesi. Zinato rispose di no e la carriera universitaria di Cattin prese un altro verso: prima a Pisa dal 1974 al 1978 (probabilmente grazie ai buoni uffici di Alessandro Faedo, che era docente di matematica e rettore di quella università, nella quale proprio lui creò il primo corso di laurea in informatica d’Italia) e quindi dal 1978 al 2001 all’università di Padova.

E Zinato gli negò anche di insegnare a Pisa, ma poi il vescovo Onisto aprì la sua carriera universitaria durata 30 anni

Mons. Lodovico Furian
Anche riguardo al suo insegnamento a Pisa c’è da ricordare un altro “no” pronunciato nei suoi confronti dal vescovo Zinato, che gli impedì di andare a insegnare nell’università toscana. La richiesta Cattin la rivolse anche al successore di Zinato, Arnoldo Onisto. Il quale, come riferisce un testimone del tempo, Mario Serafin, gli rispose con queste parole: “Se ti dicessi di no, non riuscirei più a dormire la notte”. La targa che intitola la piazza di Bertesina a don Giulio è stata scoperta, assieme al sindaco, da due sorelle Cattin, Maddalena e Giovanna, e da una nipotina.
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