La lavoratrice e madre di tre figli Rita Amenze Honest uccisa oggi dal marito italiano
In provincia di Vicenza si registra oggi l'ennesimo femminicidio. E' morta una lavoratrice, madre di tre bambini. La Cgil e le Donne della Cgil di Vicenza non si rassegnano a questi fatti
La lavoratrice e madre di tre figli Rita Amenze Honest uccisa oggi dal marito italiano
Questa mattina verso le 7 è stata uccisa con quattro colpi di pistola al volto Rita Amenze Honest, 31enne nigeriana, residente a Quargente di Villaga (Vicenza), moglie del suo assassino, il 61enne Pierangelo Pellizzari, in queste ore ricercato. La donna lavorava in un'azienda dell'agroalimentare di Noventa Vicentina, la Meneghello Funghi, ed è stata freddata proprio mentre stava entrando al lavoro. Rita era madre di tre bambini lasciati alla sorella in Nigeria e avuti da una relazione precedente. La donna era iscritta alla FLAI Cgil di Vicenza, la categoria dei lavoratori dell'agroalimentare. E proprio la Cgil a livello di segreteria provinciale interviene con forza assieme al gruppo di Coordinamento donne Cgil Vicenza. "… Monica, Nidia, Tanja, Marianna, Dorina: sono i nomi delle donne uccise negli ultimi anni nel nostro territorio. Tante, troppe. L’ultima volta avevamo scritto "mai più"! Ed oggi piangiamo Rita, giovane donna uccisa dal marito mentre si recava al lavoro. Siamo ancora una volta sgomenti e addolorate/i, ma anche carichi/e di rabbia: non si trovano più parole per questi continui lutti". Così inizia il messaggio del sindacato di via Vaccari. "Ai familiari di Rita va tutto il nostro cordoglio e il nostro aiuto, se servirà", proseguono la segreteria generale e il coordinamento donne della Cgil berica. "L’Italia ha un tristissimo primato per violenza sulle donne - prosegue la nota appena diffusa - . I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle, quasi sempre in risposta alla loro rivendicazione di libertà. Alla base di queste violenze c’è sempre un’asimmetria di poteri e una cultura maschilista e patriarcale fondata sul possesso e sul controllo delle donne". "Contro questa violenza non servono nuovi interventi legislativi e la repressione da sola non basta - sottolinea la Cgil -. Bisogna sostenere la parità di genere in tutti i campi, da quello politico, a quello lavorativo e, in generale, nella vita sociale. Bisogna applicare pienamente le leggi esistenti a partire dalla Convenzione di Istanbul, incentrata su un percorso di prevenzione e sul potenziamento dei centri antiviolenza". "Serve però soprattutto un cambio di mentalità - continuano -. L'Italia ha un grave problema culturale e la scuola può essere fondamentale sia per superare un modello maschilista, sia per educare i giovani al rifiuto della violenza nei rapporti affettivi e al rispetto della differenza di genere". "Da parte nostra dovremo intensificare la nostra azione nei luoghi di lavoro - scrivono la segreteria generale della Cgil e il coordinamento donne di Vicenza -, contribuendo a smascherare ciò che si ammanta di amore, ma amore non è. E a denunciare le molestie sessuali, che si stanno intensificando". "Per fermare questa strage, perché diventi una priorità anche politica, che cosa deve succedere ancora? - si domandano al sindacato - Però non ci rassegniamo: questa barbarie va fermata!"
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