Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Vicenza, al san Bortolo arriva un laser per operare epilessia e tumori al cervello impossibili

Lorenzo Volpin

Lorenzo Volpin è il primario di neurochirurgia del San Bortolo

Vicenza, una donazione della Fondazione San Bortolo di 320mila euro ha consentito l'acquisto del laser

Lorenzo Volpin è il primario di neurochirurgia del San Bortolo
Si chiama “Visualase” ed è un sistema laser che consente di intervenire con millimetrica precisione sulle aree del cervello lesionate, anche quelle non raggiungibili con gli approcci chirurgici tradizionali, dando così una nuova speranza a pazienti affetti da forme rare di epilessia, ma anche di tumore al cervello altrimenti inoperabili. È questa l’ultima novità arrivata nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Bortolo, frutto di una donazione del valore di circa 320 mila euro da parte della Fondazione San Bortolo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo. “Ancora una volta la comunità vicentina si conferma straordinariamente generosa”, sottolinea la direttrice generale Giusy Bonavina. A spiegare più in dettaglio l’importanza di questa nuova tecnologia è il dott. Lorenzo Volpin, primario di neurochirurgia al San Bortolo: “Un primo ambito di applicazione riguarda i casi più complessi di epilessia. Il primo trattamento proposto per questa patologia è generalmente mediante farmaci, ma nei casi di epilessie farmacoresistenti si procede per via chirurgica. In alcuni casi, però, i focolai che danno origine al disturbo sono in una posizione pericolosa o inaccessibile chirurgicamente, tale da risultare non operabili. Questa tecnologia ci consentirà finalmente di trattare con successo anche questi pazienti: si tratta di pochi casi l’anno, ne stimiamo circa una dozzina, che però senza questa procedura non avrebbero possibilità di cura, con una prospettiva di vita estremamente invalidante».

Il laser è emesso da una fibra dentro un catetere di 2.5 millimetri

Bonavina Ulss 8 Maria Giuseppina Bonavina, direttrice generale dell'Ulss 8
L’epilessia non è l’unica patologia per la quale potrà essere applicato il nuovo sistema laser: "La sua efficacia - prosegue il dott. Volpin - è dimostrata anche nella cura dei tumori intracerebrali primari e metastatici, di piccole dimensioni ma collocati in profondità nel cervello e per questo motivo non raggiungili con la microneurochirurgia tradizionale. Con questa tecnologia si apre dunque un nuovo ventaglio di possibilità terapeutiche anche per i malati di tumore al cervello altrimenti non curabili”. Il sistema si compone di un laser, emesso da una fibra inserita all’interno di un catetere con un diametro di appena 2,5 millimetri. Grazie alle sue dimensioni estremamente ridotte, il catetere - con il laser al suo interno - può essere posizionato in esatta corrispondenza del punto del cervello da trattare. Tramite il laser, vengono “bruciati” con estrema precisione i tessuti cerebrali che presentano le lesioni, il tutto sotto un sofisticato sistema di guida mediante le immagini acquisite con la risonanza magnetica. Uno specifico software consente infatti di visualizzare ed elaborare, a partire dai dati della risonanza magnetica, il volume dell’area lesionata e la temperatura raggiunta, monitorando così in tempo reale l’avanzare della procedura, con estrema sicurezza per il paziente. Utilizzata per la prima volta nel 2008,questa tecnologia negli Stati Uniti è già stata usata per 5.200 trattamenti in circa 150 ospedali, mentre la casistica in Europea - dove è stata introdotta solo nel 2018 - è più limitata ma comunque significativa: 150 interventi in 25 centri.
Scanagatta Franco Scanagatta è il presidente della Fondazione San Bortolo
Per quanto riguarda in modo specifico il trattamento dell’epilessia, considerando che in tutta Italia sono state solo 5 le procedure effettuate fino ad oggi mediante ablazione laser, di cui una condotta dall’equipe del dott. Volpin all’ospedale di Arzignano nei mesi scorsi con un’apparecchiatura a noleggio, si capisce come con questa nuova dotazione la neurochirurgia del San Bortolo si candidi a diventare un centro di riferimento nazionale nel trattamento dei casi più complessi di epilessia, inoperabili con le metodiche tradizionali. Un progetto di grande impatto, dunque, che ha trovato subito il pieno sostegno della Fondazione San Bortolo, come sottolinea il presidente Francesco Scanagatta: “Noi siamo sempre pronti ad accogliere le istanze dell’ospedale e le condividiamo trasmettendole alla generosa comunità vicentina. In questa occasione abbiamo la fortuna di avere avuto sin da subito la presenza dell’imprenditore Giancarlo Dani determinante apripista, al quale ha fatto seguito Loretta Pavan con la sua impresa e Giuseppe Ramonda. Ora ci attendiamo che la piattaforma messa a disposizione da IntesaSanPaolo dia frutti su scala nazionale, data la rilevante importanza territoriale del progetto».  
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione