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Vicenza, sui contagi covid la dg dell'Ulss 8 è drastica: "La situazione è drammatica"

Vicenza e covid: "Sono 44 i ricoverati, servirà aprire un nuovo reparto a San Bortolo"

Bonavina Ulss 8 Maria Giuseppina Bonavina, direttrice generale dell'Ulss 8
Giusy Bonavina è esplicita: “La situazione sta diventando drammatica”. Ha in mano i dati del covid nell’Ulss 8: 44 ricoverati, solo 4 in più rispetto alla settimana scorsa (che comunque vuol dire un 10% di aumento) ma 14 rispetto a 15 giorni fa, cioè un 50% di aumento. La direttrice generale dell’Ulss ha spiegato tutte le sue forze, come i cavalieri catafratti (cioè le truppe speciali, quelle corazzate) di Ciro nell’Anabasi: “Abbiamo riaperto i centri vaccinali e tutte le strutture, abbiamo chiesto aiuto alla Croce rossa e pure alla Protezione civile. L’una e l’altra non finiremo di ringraziarla”. Sta combattendo con la stesa determinazione dei rangers a Omaha beach nel D-day. Il suo nemico è chi rifiuta ancora la vaccinazione: “Io rispetto tutti – sbotta durante una conferenza stampa al S. Bortolo – ma dobbiamo anche rispettare la popolazione che s’è vaccinata, invece siamo in scacco a una minoranza”. Si rende conto che queste frasi non la faranno amare, vista l’aria che tira, ma non ha paura e vuole issare lo stendardo della scienza in faccia al pensiero deviato ("che nessuno mi venga a parlare di sperimentazioni, perché è un'offesa alla scienza medica", tuona) come fosse il marine che pianta la bandiera sulla collina di Iwo Jima. È a questo punto che afferma: “La situazione è drammatica”. E aggiunge: “Facciamo fatica a star dietro a tutto. Dobbiamo aprire un altro reparto da 20 posti letto, quello che abbiamo già aperto non basta più, perché 18 letti su 20 sono già occupati”. Parla apertamente di “atteggiamenti dissennati” di coloro che, in forza del vaccino, si sentono tranquilli e spavaldi: “Bisogna convincersi che, nonostante il vaccino, si deve mantenere il distanziamento, portare le mascherine ed evitare assembramenti”. Il triduo dei comandamenti è sempre quello.

"Il rischio di essere ricoverato per un non vaccinato è dieci volte superiore"

Vicenza, ospedale san Bortolo L'ospedale san Bortolo di Vicenza
Dal fronte dei vaccini arriva un bollettino che ribadisce una verità conosciuta ma non assimilata da tutti: “Il rischio di essere ricoverati è quasi dieci volte maggiore per un non vaccinato – sottolinea leggendo i dati – A oggi, 12 sono i ricoverati in malattie infettive, 18 in pneumologia, 10 in medicina e 4 in terapia intensiva, questi utlimi tutti non vaccinati. Dei 44 ricoverati, 25 non sono vaccinati e 19 sono vaccinati. Un paziente è morto: quasi ottantenne, era vaccinato e ricoverato da oltre un mese”. Procede intanto la distribuzione delle terze dosi “booster”: da venerdì 19 a oggi sono stati 36mila gli appuntamenti fissati mentre 100mila sono i posti aperti sino a fine febbraio. In tutto sono 60mila le prenotazioni per la terza dose. Solo ieri sono state 1.400 le vaccinazioni. Le prime dosi ai “convertiti” sono un centinaio al giorno: c’è anche chi, in fila per il tampone, ci ripensa e si posiziona sulla fila del vaccino. Capita anche questo, spiega la dg dell’Ulss 8, e che sia benedetto. Dal canto suo, Maria Teresa Padovan, responsabile del Sisp risponde in pubblico a una domanda che martella i centralini dell’Ulss: anche chi ha fatto il vaccino Johnson in una sola dose, dovrò aspettare i sei mesi dall’iniezione per avere la dose “booster”, che comunque sarà tecnicamente a “rna messaggaero” cioè Pfizer o Moderna.
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