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Vicenza, il messaggio del vescovo: "Con la pandemia è aumentata anche la solidarietà"

Vescovo Natale 1

Il vescovo Beniamino Pizziol e don

Vicenza, il vescovo Pizziol: "Natale vuol dire non restare indifferenti verso chi soffre"

Il vescovo Beniamino Pizziol e don Alessio Graziani

Consueto appuntamento con i giornalisti del vescovo Beniamino Pizziol alla vigilia del Natale. Sospeso lo scorso anno per pandemia, quest’anno con le precauzioni del caso gli operatori dei media locali hanno dato vita non solo ad uno scambio di auguri, ma anche ad un vero e proprio dialogo sul senso della festa e sulle sfide che chi fa informazione deve non solo raccontare ma anche affrontare.

Introdotto dal direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, don Alessio Graziani, Giandomenico Cortese, promosso sul campo “decano” dei giornalisti vicentini, ha colto l’occasione per ricordare come i media cattolici della diocesi abbiano vissuto negli ultimi mesi appuntamenti significativi, come i 75 anni della Voce dei Berici, che di recente, alla presenza del cardinale Parolin, ha inaugurato la nuova sede, ma anche i 30 anni di Telechiara. Novità queste, ha sottolineato Cortese, che possono essere la metafora di quanto la categoria professionale dei giornalisti abbia sempre la necessità di innovare e di aggiornarsi, puntando sempre su una doverosa e necessaria capacità di costruire relazioni significative.

Il vescovo Pizziol ha quindi commentato la sua lettera natalizia inviata a tutti i fedeli  e dedicata alla figura di san Giuseppe che, nello specifico dei fatti che lo hanno visto protagonista nell’infanzia di Gesù, ha sempre avuto a cuore l’imperativo di prendersi cura della Madonna e di suo figlio, difendendoli da imperatori sanguinari, stranieri minacciosi e insidie quotidiane.

“Il rischio che si corre in questi giorni – ha continuato Pizziol – è di abbandonarsi alla banalità di vivere il Natale come un momento magico e fatato. Invece, dobbiamo andare al nucleo incandescente di questo evento e di quello che in esso è rivelato. Ovvero: un bambino nasce tra i disagi, come culla ha una mangiatoia destinata al bestiame, i genitori non hanno di meglio da offrirgli che una stalla. In tutto questo, la figura che si prende cura di madre e figlio è Giuseppe: per questo Natale invito tutti a prenderci cura uno dell’altro, a non restare indifferenti a chi è in difficoltà, a prestare attenzione a tutti, a partire dai propri famigliari”.

Rispondendo poi ai giornalisti, il vescovo ha segnalato come la pandemia abbia stimolato un maggiore senso di responsabilità, una più convinta partecipazione, una accresciuta solidarietà.

“La Chiesa italiana, a livello nazionale che locale, sta sollecitando un modello nuovo per affrontare le sfide e le difficoltà, che è quello della sinodalità, del camminare insieme, del sentirsi tutti parte dell’unica famiglia umana. Solo se ci sapremo ascoltare, accogliere e prendere cura uno dell’altro, la nostra società potrà superare pandemie ed emergenze” ha concluso Pizziol.

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