Veneto, ribadito che i prodotti con marchio europeo non possono diventare "deco"
"Amici delle deco" del Veneto e Pro loco radunate nell'Unpli hanno stretto un accordo che vuole regolamentare le Deco, dopo il "caso Asiago" di questa estate. Il nocciolo sta nel vietare che prodotti con marchi europei (doc, dop, Igt e così via) siano riconosciuti come deco. Ma il Comitato nazionale delle deco, di cui Vladimiro Riva è portavoce, non è d'accordo: "Questa intesa non vincola nè la Regione nè i sindaci", afferma. La Commissione statuto dell’associazione “Amici delle De.Co.” Veneto, con la collaborazione e la condivisione dell’Unpli Veneto, è giunta – annuncia una nota – all’approvazione e sottoscrizione della nuova versione del regolamento generale deco Veneto. Il documento è stato firmato dal presidente Unpli Veneto Giovanni Follador e dal presidente dall’associazione “Amici delle De.Co. Veneto”, Dino Grande. Erano presenti alla firma anche i presidenti dei “Tavoli De.Co.” provinciali di Treviso, Padova e Vicenza, cioé Claudio Crotti, Giuseppe Pengo e Riccardo Lotto, assieme al delegato per le De.Co. dell’Unpli Veneto Gianluigi Cavaliere. Nel regolamento – aggiunge la nota – è stata aggiornata la normativa che regola la disciplina delle caratteristiche dei prodotti agricoli e artigianali deco, eliminando per quanto possibile i fraintendimenti e le errate interpretazioni con lo scopo di far maggiore chiarezza.
Riva del Comitato nazionale: "L'accordo non è vincolante nè per la Regione nè per i sindaci"
Gino Veronelli, ideatore delle De.Co.
Fin dal primo regolamento, condiviso e sottoscritto tra Associazione Amici delle De.Co. Veneto e Unpli Veneto già nel 2015, si è disciplinata, salvaguardata e promossa la conoscenza e la diffusione di tutti quei prodotti, piatti, manufatti e prodotti dell’artigianalità con forte caratterizzazione storica, locale e di identità territoriale, in quanto promotori delle attività turistiche, rurali e artigianali, nonché delle tradizioni dell’enogastronomia. Nel nuovo regolamento si è ribadito in modo chiaro e preciso, inoltre, che non possono essere considerati deco – si aggiunge nella nota – i prodotti a marchio europeo (Doc, Docg, Dop, Igt, ect) per non creare sovrapposizioni con prodotti già tutelati. “Un atto dovuto - come sottolinea Dino Grande, presidente dell’Associazione Amici delle De.CO. Veneto nonchè presidente del Tavolo regionale De.Co. Veneto - per salvaguardare in modo chiaro e sicuro la filosofia e il significato delle Denominazioni Comunali.” L’importanza e il peso delle deco – aggiunge ancora la nota – sono frutto del territorio e, soprattutto, della storia, della tradizione e della cultura di un determinato luogo. Non si tratta solo di prodotti agroalimentari, ma anche di piatti tipici, con le relative ricette, e poi di manufatti artigianali: tutti elementi che possono essere reperiti solo nell'ambito di una specifica zona, che rappresenta un ambito ristretto e particolare. “La Denominazione Comunale serve non solo a trasmettere la conoscenza dei prodotti in sé – ribadisce Grande - ma anche la storia e la vita del luogo dove vengono realizzati, con lo scopo di conservare questa ricchezza in termini di giacimento di biodiversità, risorsa unica di valore inestimabile della terra veneta e italiana. Attraverso le deco possiamo riscoprire la nostra identità.” La notizia è stata commentata così da Vladimiro Riva, portavoce del Comitato nazionale deco: "Si tratta di una intesa fra privati che non riguarda l'istituzione regionale: persone che non hanno una storia in "Camminare la terra" e che rappresentano i loro associati, che immagino saranno molto numerosi ma che non possono riguardare le scelte che spettano ai sindaci, come ha voluto Gino Veronelli, l'uomo di Camminare la terra che ha dedicato tutta la sua vita operosa a favore dei prodotti della terra, del cibo, del vino e delle De.Co. Senza scherzare mai. I suoi discepoli hanno adottato un "Manifesto deco" dalle scelte precise.
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