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Posina, lo scandalo caporalato alle Fonti richiede più controlli sulle cooperative

Posina e fonti scandalo

Sullo scandalo di Posina intervengono Possamai e la collega Zottis del Pd veneto

 
Lo scandalo caporalato alla Fonti di Posina è l’ennesimo campanello d’allarme: servono controlli più stringenti sugli affidamenti alle cooperative, spesso fittizie, perché il risparmio non può essere l’unico criterio, senza verificare le condizioni dei lavoratori. La qualità dell’occupazione e il rispetto per la dignità delle persone devono essere parte integrante dei contratti firmati nella nostra Regione, anche come leve competitive. Gli organi competenti continueranno le loro attività per verificare precise responsabilità e colpe, ma il quadro che emerge è raccapricciante e non è la prima volta in Veneto”. A dirlo è Francesca Zottis, consigliera del PD Veneto e vicepresidente dell’assemblea di Palazzo Ferro Fini con delega alla Legalità, con il capogruppo Giacomo Possamai e Andrea Zanoni, presidente della commissione Legalità in Consiglio regionale, commentando le indagini sullo stabilimento di imbottigliamento che ha portato alla scoperta di lavoratori sfruttati da una cooperativa che operava all’interno. “Le accuse sono pesantissime, dal caporalato, fenomeno sempre più diffuso e che non riguarda soltanto l’agricoltura, alla violenza sessuale fino alla tratta di esseri umani. L’attività degli inquirenti è fondamentale, ma ancor prima è necessario un forte presidio politico e culturale. C’è bisogno di un nuovo patto tra istituzioni e mondo economico sul tema di appalti e subappalti alle cooperative, un sistema dove è più difficile fare controlli.  Già oggi ci sono però cooperative che lavorano molto bene proprio sulla professionalizzazione e la qualità del servizio: con loro va stretta una alleanza per  combattere le cooperative fittizie che fanno un danno alle straordinarie realtà del nostro territorio. I protocolli fin qui sottoscritti sono preziosi, ma debolissimi se non ci si muove in una direzione di chiarezza e crediamo che i tempi siano fin troppo maturi per una revisione della legislazione a livello nazionale”.
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