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Vicenza, il sindaco lancia l'Sos alla fondazione Roi perché acquisti le opere di palazzo Thiene all'asta

I commissari liquidatori dell'ex BpV vogliono vendere le 600 opere di palazzo Thiene a Vicenza: valore 14 milioni

La sala dedicata a Lorenzo Bartolini, pittore neoclassico con i quadri a terra
Il sindaco lancia l’Sos alla Fondazione Roi: non vuole vedersi scippate le opere d’arte di palazzo Thiene che la proprietà intende vendere all'asta. E la Fondazione potrebbe intervenire: ha un patrimonio che si aggira sui 30 milioni di euro. Pochi rispetto ai 100 iniziali, ma dopo il crack della Banca Popolare comunque non sono pochi. Quello di palazzo Thiene è un patrimonio ingente che va all'asta: capolavori di pittura (Tintoretto, Tiepolo, Muttoni) una scultura di Valerio Belli, le opere contemporanee di Arturo Martini, la collezione di ceramiche Antonibon, le stampe dei Remondini, la collezione di monete, le celebri oselle e via elencando. In tutto sono 600 pezzi dal valore stimato di 14 milioni di euro. I lotti che andranno all’asta sono nove, quattro dei quali riguardano palazzo Thiene: gli altri toccano sedi diverse dell’ex Banca Popolare, come Prato per esempio. Per comprendere qual è il problema che ha di fronte l’amministrazione comunale c’è da fare un passo indietro e ricordare che quando il Comune a settembre scorso ha acquistato il palazzo palladiano per 4,3 milioni è diventato padrone solo dei muri, mentre le collezioni d’arte sono rimaste di proprietà della società "Banca Popolare Lca", dove Lca sta per liquidazione coatta amministrativa. I commissari liquidatori nominati dalla Banca d’Italia cinque anni fa sono Giustino Di Cecco, Claudio Ferrario e Francesco Schiavone Panni, che ha sostituito Fabrizio Viola. I commissari, dunque, hanno tutto il diritto di vendere le collezioni d’arte e – va sottolineato – quanto guadagneranno finirà allo Stato e non agli ex soci della Banca Popolare. Le offerte per partecipare all'asta si possono presentare sino al 28 febbraio: gli interessati hanno poco più di un mese di tempo.
Una statua di Arturo Martini esposta nelle sale dell'ex banca
Esiste però, com’è noto, un vincolo pertinenziale sulle opere d’arte: tutte quelle che hanno più di sessant’anni, e quindi hanno valore storico, non possono muoversi da palazzo Thiene. Esiste anche un documento della Soprintendenza che elenca queste opere inamovibili. È il motivo per cui varie opere minori, che non rientrano in questo elenco, sono state invece vendute all’asta da Pandolfini: come stava succedendo per le 26 sculture di Nereo Quagliato che sono state bloccate dall'acquisto di Armando Peressoni. E sono le uniche, per il momento, di cui si è certi che resteranno a palazzo Thiene. La società Lca ha intentato una battaglia giudiziaria contro la Soprintendenza per eliminare il vincolo: ha già perso al Tar e adesso è ricorsa al Consiglio di Stato. Il Comune s’è schierato in giudizio a fianco della Soprintendenza, cioè dello Stato.
Un soffitto di palazzo Thiene con l'angelo che era il simbolo della Banca popolare
Perché la proprietà Lca vuole vendere le opere sapendo che sono vincolate? E perché un collezionista dovrebbe acquistare un Tintoretto o un Tiepolo sapendo che non potrà mai esporlo nel salotto di casa? La risposta alle due domande è identica: è una scommessa sul futuro. Ognuna delle parti interessate spera che quel vincolo con il tempo sia cancellato o alla bisogna ci pensi la sentnza del Consiglio di Stato. È come acquistare un campo che non ha valore sperando che in futuro cambi la destinazione d’uso e diventi terreno edificabile. Nel frattempo il Comune non sta a guardare alla finestra. Il sindaco, consapevole del rischio che stanno correndo le preziose collezioni di palazzo Thiene, ha chiamato all’appello la Fondazione Roi: come Rucco ha dichiarato a Federico Murzio del “Corriere del Veento”, all’incanto potrebbe partecipare la Fondazione guidata da Paola Marini e acquistare le opere, naturalmente non tutte ma almeno le più significative. Intanto a Verona la Soprintendenza sta verificando il da farsi con il ministero e studiando una strategia difensiva.
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