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Vicenza, l'Odeon lancia il "progetto 2024": punta a rifare la sala del cinema e a restaurare l'immobile

Per realizzare il "progetto 2024" l'Odeon lancia a Vicenza una campagna di fundraising da 400mila euro

La facciata di san Faustino è già un cantiere
Il cinema Odeon disegna il suo futuro. E lancia il “progetto 2024” da seicentomila euro che ha due obiettivi di alto livello: sistemare la facciata e l'immobile dell’ex chiesa di San Faustino, ma soprattutto ammodernare la sala vera e propria del cinema. Il Comune, dal canto suo, sta mettendo a posto il campanile dell’ex chiesa ora diventata cinema e sostiene il progetto: parola del sindaco Rucco e dell’assessore Siotto. Intanto l’Odeon ha già ristrutturato la sala Lampertico (che infatti è a disposizione di tutti) anticipando i quattrini necessari, vale a dire 160 mila euro. Questo a grandissime linee il progetto illustrato ieri dai timonieri dell’operazione, che sono esponenti del mondo culturale ben conosciuti a Vicenza: Beppe Nardin, docente universitario e consigliere della Sgms; Enrico Ladisa, esperto di marketing per la Lavazza ma critico di cinema nell’animo, programmatore dell’Odeon; Guido Zovico, tessitore sociale – come ama definirsi – e per un paio di decenni anima dell’Associazione studenti della Casa di cultura popolare, ma anche fondatore a Vicenza del Festival biblico che ha gestito per 15 anni.
La sala cinema dell'Odeon che sarà completamente rifatta
Si sentono eredi di una lunga tradizione e ne hanno ben motivo, perché l’Odeon è il cinema più antico d’Italia: fondato nel 1907, non ha mai avuto interruzioni o passaggi di proprietà. Quest’anno celebra, quindi, il 115° anniversario dell’apertura. È da sempre il riferimento dell’anima socialista e laica di Vicenza: da Goffredo Parise a Neri Pozza, da Licisco Magagnato a Fernando Bandini in quella sala sono passate le più belle anime della Vicenza liberaldemocratica.
L'economista Beppe Nardin, docente universitario
Enrico Ladisa, critico cinematografico e programmatore dell'Odeon
I tre portabandiera puntano proprio sul forte legame dell’Odeon con la cultura popolare di Vicenza per agganciare l’interesse dei cittadini. Non siamo più ai 3000 partecipanti al cineforum degli anni Ottanta alla settimana, ma comunque oggi sono 1500 i vicentini che entrano ogni sette giorni al cinema, dove sono proiettati 100 film all’anno, uno ogni tre-quattro giorni. Se le sale sono in crisi – e questo è un dato di fatto – all’Odeon lo sono molto meno che altrove, soprattutto rispetto ai multisala: “Prima della pandemia – spiega Enrico Ladisa – erano 80mila gli spettatori dell’Odeon”. Ciononostante, anche loro si rendono conto che serve coraggio per affrontare questa impresa. E hanno proprio battezzato con questa parola, coraggio, l’articolata campagna di fundraising che hanno lanciato. Tra opere murarie, restauri e arredamenti nuovi per la sala da 350 posti, servono 580mila ero: 160mila sono stati già spesi per la sala Lampertico, 50 posti tutti blu, e 420mila serviranno per la sala cinema e il restauro del complesso di San Faustino. Puntano molto sull'art bonus, che permette di recuperare il 65% di quanto versato in tre annualità fiscali. Dei 580 mila euro preventivati per il progetto, 180mila li mette l'Odeon, 400mila li cerca tra i vicentini.
Guido Zovico coordina la campagna di fundraising per il "progetto 2024" dell'Odeon
L'assessore Simona Siotto
Che sia un lavoro non solo auspicabile ma realizzabile lo dimostrano, spiegano i promotori, i cinema già rinati in Italia: il Postmodernissimo a Perugia, il Troisi a Roma e il Duomo a Rovigo. “Non si deve attendere di avere i finanziamenti per iniziare i lavori – sottolinea Zovico con una massima da monaco zen – Se hai delle buone idee, i soldi arriveranno”. Impossibile dargli torto. E infatti l’assessore Siotto non solo sposa la causa, ma prende a prestito una frase di Max Weber per benedire l’intento dei promotori: “Servono coraggio, senso di responsabilità e lungimiranza – sottolinea parlando delle qualità necessarie a un agire efficace – Oggi specie di lungimiranza ce n’è poca. Ma se non si guarda al domani si perde anche il senso dell’oggi, com’è già avvenuto per tutti i guai che stiamo scontando sull’ambiente”.
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