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Vicenza, avanti con la "body cam" per la polizia locale: si lavora all'obiettivo, ma il percorso non è facile

Body cam

Una body cam in dotazione alla polizia locale di Milano

Per dotare della "body cam" la polizia locale di Vicenza bisogna superare vari ostacoli

Una body cam in dotazione alla polizia locale di Milano
Prosegue l'iter amministrativo per dotare la polizia municipale delle body cam, vale a dire le telecamere attaccate al petto degli agenti che riprendono in diretta il loro lavoro e quanto accade. Com'è intuibile, si tratta di dispositivi che servono sia alla raccolta di prove nell'ambito del lavoro, sia a tutela degli stessi operatori. "Si tratta di un obiettivo di mandato", assicura il sindaco Rucco che è deciso a proseguire su questa strada. Al comandante della polizia locale spetta il compito di concretizzare la scelta. E non si tratta di un lavoro semplice. Prima di tutto perché questa volta, a differenza dell'allungamento dei turni di notte, con i sindacati si tratta di un'autentica contrattazione, non di una mera informazione. In secondo luogo, bisogna capire quali agenti dotare di body cam e quali no: probabilmente chi svolge un lavoro di ufficio ne può fare a meno. Del resto, bisogna fare bene i conti perché ciascuna body cam costa 7-800 euro, non è una go-pro che può costare anche solo poche decine di euro. Infine, esistono anche i problemi di privacy, perché l'acquisizione e l'attivazione delle body cam deve ottenere il benestare del "dpo", il responsabile della protezione dei dati. Si tratta di una bella matassa da sbrogliare per il comandante Massimo Parolin, il quale ricorda che le body cam sono già una realtà a Thiene come a Padova e, aggiungiamo noi, anche a Milano. Tutte amministrazioni di centrosinistra: come dire che in fatto di sicurezza non ci sono colori politici e le strade da seguire sono quasi sempre obbligate.
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