Antonio Dal Santo, a 92 anni vende con entusiasmo piatti e pentole
Vicenza, la bottega di Dal Santo aperta dal 1958 in corso Fogazzaro
Antonio Dal Santo, a 92 anni vende con entusiasmo piatti e pentole
Al civico 120 di corso Fogazzaro, poco dopo l’incrocio con Pedemuro San Biagio, c’è un negozio aperto da 64 anni che non ha mai cambiato titolare. Si tratta della bottega storica (ha anche la targa che gli riconosce questa qualifica) di casalinghi, nella quale si trova veramente di tutto, che Antonio Dal Santo aprì nel 1958 quando aveva 28 anni. Oggi ha 92 anni ma non è assolutamente intenzionato a ritirarsi, anzi. Nel corso della sua vita, Dal Santo ha visto cambiare il mondo molte volte e, naturalmente, anche Vicenza e i vicentini. Racconta di aver passato la vita in mezzo alla gente, di aver conosciuto molte persone, dalla politica al mondo dello sport che lo ha tenuto impegnato per ben 45 anni e confessa che un po’ di fiducia l’ha persa. Sia nelle persone e anche nella parola data che – sostiene – un tempo valeva molto, al contrario di oggi. Antonio, tra l’altro, è il fratello minore di Giuseppina Dal Santo, primo presidente donna della Provincia di Vicenza nel 1993 e una delle prime consigliere regionali del Veneto. Qual è il suo elisir di lunga vita? “Vivere bene. In vita mia ho sempre fatto sport e non ho mai bevuto o fumato. Abito qui vicino, nei pressi di porta Santa Croce e ne approfitto per venire sempre al lavoro in bici.” In 65 anni di attività non ha mai pensato di vendere? “No, il lavoro mi ha sempre tenuto attivo e indipendente. Non ho intenzione di cominciare a passare le giornate seduto davanti alla televisione guardando i programmi scadenti di oggi”. Perché ha aperto un negozio di articoli per la casa? “Sembra scontato dirlo, ma 64 anni fa non c’erano supermercati o centri commerciali che vendessero pentole e piatti. A Vicenza praticamente nessuno vendeva quello che vendo io. Oggi, con Internet o con la grande distribuzione la gente ha tutto ciò di cui necessita e da me compra un accessorio o un coperchio per la pentola a pressione. Anni fa le casalinghe mi compravano intere batterie di pentole, articoli di valore e pregio che duravano nel tempo e che sì, costavano, ma non avevano nulla da spartire con la ferraglia che si trova oggi in giro”. Gli affari come vanno? “Insomma, la pandemia ha dato ai negozi una mazzata non da poco. È una situazione difficile.” La clientela com’è? “Ahimè, non è affidabile come in passato. Oggi la parola data non vale nulla e capita che alcuni clienti entrino in negozio e una volta in cassa, accorgendosi di non avere soldi, chiedono credito mettendoci poi molto tempo a saldarlo… quando lo saldano. Pensi che un anno e mezzo fa ho addirittura dovuto rincorrere un ladro che aveva approfittato di un mio momento di distrazione.” Oltre al negozio, di cosa si è occupato? “Mi è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente ma il negozio è limitante. La passione per il calcio mi ha fatto dirigere ed allenare per 45 anni nella società Fiamma. Ci allenavamo nel campo da calcio di fianco al campo da atletica di via Rosmini. Ho avuto anche un’esperienza in politica, come consigliere comunale durante il primo mandato di Enrico Hüllweck ma la politica non faceva per me e per il secondo mandato ho ceduto il passo ad altri.” Come vede il futuro per i suoi colleghi negozianti? “Purtroppo non lo vedo bene. Ci sono sempre più spese da sostenere e tasse da pagare. I prezzi nei negozi sono più alti anche e soprattutto per questo. Ho paura che siamo tutti destinati a chiudere bottega.”
Roberto Meneghini
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