Giampaolo Stopazzolo, responsabile dei servizi sociali dell'Ulss 8
"La misurazione costante e continuativa dei parametri vitali consente di tenere sotto controllo il malato e, nel caso, di intervenire"
L’Ulss 8 ha messo a punto un modello organizzativo innovativo - spiega una nota dell'Ulss - che riguarda il telemonitoraggio territoriale dei pazienti Covid, già attivato su una quarantina di persone. Il servizio è rivolto a soggetti positivi in età adulta, con sintomi lievi o moderati e in grado di utilizzare alcuni semplici dispositivi di misurazione (o assistiti in casa da qualcuno in grado di farlo), con priorità per i malati Covid con patologie croniche (es. broncopneumopatia cronica ostruttiva, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, diabete, etc.). E’ attivato dai medici Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) su richiesta del medico di medicina generale oppure del medico di pronto soccorso oppure del medico pneumologo; a quel punto i pazienti vengono presi in carico dalla centrale Usca. A consegnare i dispositivi necessari al paziente, invece, è direttamente il medico del pronto soccorso prima delle dimissioni o un medico delle Usca. Nella foto, il dottor Giampaolo Stopazzolo.
"Il malato dovrà misurare due volte al giorno quattro parametri e i risultati sono inviati ai medici via app e tablet"
Il kit per il telemonitoraggio comprende un tablet o uno smartphone dotato di connettività e con pre-installata una app specifica, un termometro, un pulsossimetro e uno sfigmomanometro automatico, tutti con tecnologia digitale e collegati via bluetooth al tablet. Il malato dovrà solo misurare due volte al giorno temperatura corporea, saturazione dell’ossigeno, frequenza cardiaca (anche questa con il pulsossimetro) e pressione arteriosa: le apparecchiature di misurazione trasmetteranno automaticamente i dati alla app, che il registra e li trasmette alla centrale. E nel caso in cui il paziente dimentichi di effettuare la misurazione durante gli orari indicati, il personale della centrale lo contatterà affinché la misurazione venga regolarmente eseguita.
"La durata del telemonitoraggio è di 14 giorni. Se il paziente dimentica la misurazione dei parametri, viene avvertito automaticamente"
La durata del telemonitoraggio domiciliare è di norma di 14 giorni, ma in caso di necessità può essere prolungata. Grazie alla collaborazione con la pneumotisiologia territoriale, il medico delle Usca può richiedere per i pazienti covid positivi un teleconsulto allo specialista pneumologo ed eventualmente l’attivazione dell’ossigeno-terapia a domicilio. In questo caso, il paziente, oltre ad essere seguito dalla centrale Usca, viene preso in carico anche dalla pneumotisiologia territoriale per la gestione dell’ossigeno-terapia e della patologia polmonare. «La misurazione costante e continuativa di questi parametri vitali - sottolinea il dott. Giampaolo Stopazzolo, direttore dei Servizi socio-sanitari dell’Ulss 8 - consente di verificare il livello di instabilità clinica e identificare in modo oggettivo il rischio di un rapido peggioramento. In particolare sappiamo che la saturazione rappresenta un parametro critico nei pazienti Covid, pertanto nel caso di valori al di sotto del 92% il sistema lancia automaticamente un alert. A quel punto la centrale Usca, avvalendosi della consulenza dello specialista pneumologo, potrà organizzare una visita a domicilio per una rivalutazione più approfondita del paziente. In base al quadro clinico evidenziato e alla visita effettuata, potrà quindi disporre la permanenza del soggetto a domicilio con un eventuale supporto terapeutico oppure il ricovero. In alternativa, è possibile anche attivare il servizio di ossigeno-terapia, sempre a domicilio, e continuare il telemonitoraggio del paziente. Il questo modo il sistema garantisce un monitoraggio costante dei pazienti in isolamento domiciliare, la possibilità di un intervento tempestivo e un livello assistenziale sempre appropriato e su misura rispetto alle reali esigenze del paziente, incluso il suo quadro clinico pregresso».
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