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Vicenza e palazzo Thiene da acquistare: quali sono i retroscena e quali le prospettive

Palazzo Thiene facciata

La facciata del palladiano palazzo Thiene, che dà su contrà Porti proprio di fronte alla sede del Centro internazionale di studi di architettura "Andrea Palladio"

"Palazzo Thiene story": il sindaco, il Fai, la politica, la Fondazione Roi, l'Accademia olimpica, gli imprenditori, la cultura, gli immobili

Interni arredi palazzo Thiene L'interno di palazzo Thiene, sede storica della Banca Popolare di Vicenza e adesso in ballo per diventare un nuovo museo ma anche il nuovo palazzo comunale degli Uffici
La proposta di acquisto di palazzo Thiene da parte del Comune ha sollevato, comprensibilmente, curiosità e commenti in città. Si tratta di un’operazione complessa e dall’orizzonte ambizioso, nella quale i protagonisti sono numerosi e gli obiettivi molteplici. Proviamo a delinearli e anche a comporre il puzzle, almeno con gli elementi a disposizione. Il sindaco. Francesco Rucco è naturalmente il prim’attore. Ha studiato il progetto per mesi, se non per anni. Ha preso contatti, incontrato persone e gruppi d’interesse in modo ufficioso. Se lo condurrà in porto, avrà il merito – storico – di aver mantenuto a Vicenza il pezzo più pregiato del patrimonio dell’ex Banca Popolare. Il Comune, com’è noto, è uno degli enti pubblici (come il ministero dei Beni culturali, la Provincia e la Regione) che poteva esercitare la prelazione del bene se esiste un’offerta di acquisto da parte di un privato. Ma il tempo è scaduto e il diritto di prelazione non c'è più. Il sindaco ieri ha annunciato, infatti, che il Comune vuole presentare una proposta di acquisto, che andrà ad aggiungersi ad altre che sono arrivate "da Fondazioni e privati". Perché? Cercheremo di rispondere più avanti, ma qui va fatta una premessa.
La facciata del palladiano palazzo Thiene, che dà su contrà Porti proprio di fronte alla sede del Centro internazionale di studi di architettura "Andrea Palladio"
Fondazione Mediolanum. L’interesse della Fondazione del gruppo finanziario che fa capo a Ennio Doris per palazzo Thiene è sostanzialmente sfumato. A questa decisione ha sicuramente pesato anche il fatto che i portavoce dell’istituto di credito avevano chiesto insistentemente un incontro con il sindaco, che però non ha mai risposto alla richiesta. Un rappresentante padovano vicino alla proprietà aveva avanzato una proposta di acquisto del palazzo per quattro milioni alla Immobiliare Stampa spa, che agisce per conto del fondo americano Bain Capital Credit. E' stato questo fondo che ha acquistato il patrimonio immobiliare dell’ex Banca Popolare. La Fondazione Mediolanum, infatti, aveva in mente di utilizzare palazzo Thiene come sede delle proprie collezioni di pittura moderna e anche di organizzare nuove rassegne: tant’è che era stato individuato anche il nome della curatrice, Serena Baccaglini, critica d’arte di lungo corso. Sul piatto era stata giocata anche la carta dell’Unipolsai, che avrebbe avuto il ruolo di sponsor delle mostre. Il Fai. Nella partita ha avuto un ruolo anche il Fai, il Fondo per l’ambiente italiano che, tanto per restare in ambito di cose vicentine, è la stessa associazione che ha ricevuto in legato testamentario la villa del marchese Giuseppe “Boso” Roi in Valsolda. L’anno scorso si sono svolti a Vicenza alcuni incontri per mettere a punto la proposta del Fai di gestire di palazzo Thiene, presente Marco Magnifico, vicepresidente nazionale del Fai e molti addetti ai lavori vicentini. Museo della città. Se si muove il Fai, è logico che ci debba essere un obiettivo culturale di mezzo. Il risultato è che il Fondo ha elaborato l’idea di utilizzare palazzo Thiene, cui sono legate le collezioni inamovibili per vincolo del ministero, come sede del nuovo Museo della città. Ipotesi di lavoro che è rafforzata dalla sua posizione, proprio di fronte al Centro internazionale di studi di architettura “Andrea Palladio”. I soldi 1/. Nel progetto è stato indicato anche il costo di gestione di contenuto e contenente, stimato in un milione di euro l’anno. Questo è un dato importante perché proviene da una fonte credibile: chiunque intenda utilizzare il palazzo, a prescindere da cosa ci voglia mettere dentro, dovrà fare i conti con questo ordine di cifre. I soldi 2/. A proposito di quattrini, il Comune ha fatto sapere che per coprire l’offerta di cinque milioni di euro, con la quale vuole aggiudicarsi il palazzo, intende stipulare un mutuo trentennale con la Cassa Depositi e Prestiti, la banca dei Comuni. Ma, come detto, questa è solo una parte dei quattrini che serviranno per condurre in porto l’operazione: sono da prevedere, infatti, altri esborsi per inevitabili lavori all’interno, se si vuole trasformare la banca per l'obiettivo desiderato.
Gaetano Thiene, presidente dell'Accademia Olimpica di Vicenza
Uffici e Accademia olimpica. Gira, infatti, l’ipotesi che, al piano terra di palazzo si possano trasferire gli uffici dell’anagrafe comunale e che, negli altri piani, possa trovare sede – oltre al museo – anche l’Accademia Olimpica, che ancora dai tempi del sindaco Variati, chiede di avere nuovi spazi. Della nuova sede, l'Accademia discuterà in via riservata verso la fine del mese.

Torna a Vicenza l'idea del Fondo immobiliare, riveduta, corretta e mirata

 
Il palazzo degli Uffici di piazza Biade: fu inaugurato nel 1959
Palazzo degli uffici addio. Ma l'operazione di palazzo Thiene potrebbe essere ancora più vasta: c’è chi ha fatto i conti e sostiene che, con 3500 metri quadrati a disposizione (tanto per capirci, la Basilica ne ha 1000) palazzo Thiene potrebbe dare spazio a buona parte degli uffici tecnici attualmente in piazza Biade. Insomma, alla fine l’ipotesi sarebbe quella di svuotare palazzo degli Uffici in centro e travasarlo a palazzo Thiene, che diventerebbe un po’ museo e parecchio uffici. Fondo immobiliare. Un sogno? Forse, ma l’indiscrezione che gira è questa. Naturalmente, a questo punto, il palazzo degli Uffici svuotato dagli uffici comunali tornerebbe in ballo per essere messo sul mercato immobiliare privato, in una riedizione di quell’operazione già lanciata a fine amministrazione dal sindaco Variati e naufragata tra molte critiche alla fine del 2017, che sarebbe ora riedita in forma più mirata. Partner. È da solo il Comune in questa operazione? Con tutta probabilità no. È ipotizzabile, come suggeriscono altre indiscrezioni, che ci siano imprenditori privati pronti a dare una mano, per l'orgoglio di salvare un pezzo pregiato di storia della città. C’è chi, infatti, tra gli assessori sostiene che il Comune i soldi li abbia, ostentando la sicurezza di aver le spalle ben coperte.
Dario Franceschini, ministro della Cultura: è rimasto in silenzio sulla questione palazzo Thiene
Franceschini. In tutta la vicenda, è significativo che da Roma non sia arrivata una sillaba dal ministro Franceschini, nonostante sia stato varie volte interpellato. Né dal centrosinistra, pur richiesto di una mediazione nell’interesse della città, sono mai arrivati aiuti a palazzo Trissino. Più Roi che Fai. Altre indiscrezioni parlano di una gestione del futuro palazzo Thiene affidata alla Fondazione Roi piuttosto che al Fai. E' probabile che finirà così. Di sicuro il Fai a Milano non era stato messo al corrente della decisione del sindaco di rendere pubblica l’offerta con una conferenza stampa. Rucco. Quello che ha annunciato a palazzo Trissino il sindaco, dunque, è appena la punta dell’iceberg di un’operazione che si presenta complessa e complessiva riguardo ai destini della città. Se riuscirà a condurla in porto, Rucco avrebbe centrato un doppio obiettivo, anche quello del Fondo immobiliare non riuscito a Variati. Fretta. Ah, c’era da rispondere alla domanda: perché il sindaco ha voluto annunciare questa operazione? Evidentemente vuole fare sapere alle orecchie che intendono, a Vicenza e fuori città, che l’operazione sta procedendo. E, naturalmente, se ha deciso di parlare vuol dire che si sente sicuro, finanziariamente parlando. Vedi sopra. (Antonio Di Lorenzo)        
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