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Individuato il rapinatore di Zané armato di coltello: è in comunità di recupero

Municipio di Zané
Municipio di Zané Il municipio di Zané (Vicenza)

Ha un nome il rapinatore di Zané che il 25 gennaio scorso, nella pausa pranzo, ha messo a segno due rapine armato di coltello: si tratta di un 30enne dell’Altovicentino, con problemi di tossicodipendenza.

Lo hanno stabilito le indagini portate a termine dai Carabinieri di Thiene.

In pochi giorni i militari sono riusciti a individuare e a denunciare alla Procura della Repubblica di Vicenza, l’autore dei colpi.

I FATTI DEL 25 GENNAIO

Il giovane, con il volto coperto da una sciarpa, occhiali da sole e cappuccio di una felpa sul capo, verso le 13 e 20 aveva avvicinato un libero professionista della provincia di Varese, in zona per lavoro e in quel momento tranquillamente in pausa nel parco pubblico di Zanè, puntandogli un grosso coltello e minacciandolo di consegnargli il portafoglio.

Lo spavento e gli attimi di terrore, comunque, non impedivano al 45enne lombardo di trovare il coraggio di fuggire immediatamente allontanandosi dal pericolo ed evitare il peggio.

Il rapinatore solitario, a quel punto, si era allontanato a piedi.

Dopo pochi minuti però è ricomparso, a poche centinaia di metri e, questa volta in via Mazzini, ha avvicinato un residente, purtroppo disoccupato, che stava salendo a bordo della propria auto lì parcheggiata. Qui, sempre sotto la minaccia del grosso coltello, riusciva a farsi consegnare una banconota da 50 euro per poi scappare a piedi di nuovo facendo perdere le proprie tracce.

L’immediata allerta al 112 da parte degli sventurati e il tempestivo arrivo sul posto dei militari thienesi permettevano di raccogliere “a caldo” tutti i dettagli delle vicende consumate a pochi minuti di distanza, che sono risultati molto utili agli inquirenti.

ELEMENTI UTILI DALLE IMMAGINI DELLE TELECAMERE

A questo punto, le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza di alcuni esercizi pubblici presenti in zona, oltre alle testimonianze, hanno garantito supporto alla tempestiva attività investigativa.

Una volta raccolti gli elementi e tutti gli indizi sul presunto sospettato, responsabile delle due rapine, una perquisizione domiciliare delegata dal magistrato che ha coordinato le indagini ha permesso di ritrovare gli abiti e l’arma bianca utilizzata duranti i colpi.

Le modalità con cui erano stati messi a segno i due episodi, il gesto disperato e l’intuizione degli investigatori rafforzata dall’ottima conoscenza del territorio, aveva portato subito a sospettare del giovane, che attualmente si trova (in condizioni di restrizione) in una comunità di recupero del centro della Penisola.

carabinieri a Monticello Conte Otto
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