Il concerto nell'ambito del concorso "Interistituti" tra i complessi delle scuole
Il manifesto del concorso "Interistituti" del 1973 che annunciava la presenza di Franco Battiato a Vicenza
Era il 1° aprile del 1973 quando un 28enne Franco Battiato tenne il suo primo concerto a Vicenza, al teatro “Roma”. In seguito suonò anche nel settembre 2007 a Monte Berico e nel 2014 in piazza degli Scacchi a Marostica. Ma il 1973 segnò il suo debutto. Vicenza era ancora sotto choc per la rapina di ponte San Paolo del 10 marzo, finita con tre banditi e due ostaggi morti nello schianto della vettura uscita di strada a Ponte Alto. Le immagini delle due donne, Edda Fantin e Maria Luisa Vettore, che uscivano a mani giunte dal laboratorio orafo dove lavoravano, pregando i rapitori di liberarle, commuovono tutta l’Italia. Dopo una lunga trattativa, i banditi avevano ottenuto dalla polizia un’auto, ma la loro fuga terminerà tragicamente per tutti contro un albero dopo pochi chilometri. Vicenza finirà sui giornali e settimanali di tutta Italia: si scopre che la malavita violenta non è solo quella delle metropoli o dei film come “Milano violenta” oppure “Milano a mano armata” con Maurizio Merli e Tomas Milian ante-Monnezza, ma riguarda anche la provincia operosa che fino ad allora era stata solo raffigurata nel suo tranquillo bigottismo dal “Commissario Pepe”. In quel marzo a Vicenza si tiene il terzo concorso musicale
Interistituti di cui Battiato fu l'ospite d'onore. La gara tra le scuole fu un’idea di Enrico Professione, oggi medico ma al tempo solo studente di medicina, che allarga a tutte le superiori della città l’intuizione di Ciccio Corona, che nel 1960 aveva creato il
Commercio estero show il quale aveva figliato poi anche il
Fusinieri show.
L'idea di organizzare il concorso fra le band delle scuole fu di Enrico Professione, oggi medico e musicista
La copertina del libro "Una provincia piena di complessi" di Roberto Stringa
Bisogna ricordare com’era l’atmosfera giovanile di quegli anni, tutta proteste e musica post-Beatles: lo fa egregiamente un libro del 2011 di Roberto Stringa, intitolato
Una provincia piena di complessi, con prefazione di Stefano Ferrio. Il libro fotografa le numerosissime band, ma allora appunto si chiamavano “complessi” che negli anni Sessanta e Settanta pullulavano nel Vicentino. Enrico Professione, ancora studente al “Lioy”, già bambino prodigio per le sue doti canore, vincitore del
Microfonino d’oro, oltre che medico diventerà violinista e animerà gli
Opus avantra, gruppo di rock progressivo che se fosse nato a Roma anziché sotto Monte Berico avrebbe avuto un risalto nazionale. Ma Professione si dedicava parecchio anche ad organizzarli, i concerti, non solo a suonare. Andò dal provveditore, Giulio Fox, e gli lanciò l'idea di un concorso musicale aperto a tutti gli istituti superiori. Il provveditore, che al tempo era nel mirino degli slogan dei cortei studenteschi che sfilavano fino a Santa Lucia a chiedere riforme per la scuola, forse per tenersi buoni gli studenti, forse perché ci credeva davvero, acconsentì a inviare una lettera ai presidi per benedire la competizione musicale. Non era un risultato da poco. Va ricordato che nei titoli del Giornale di Vicenza ancora all’inizio degli anni Settanta i giovani sono liquidati come “capelloni”. Punto.
I "Bath soap" del "Fusinieri" vinsero nel 1971 la prima edizione. Al secondo posto "Le Mele" del "Lioy"
Beppe Stimamiglio oggi: i suoi Bath Soap in rappresentanza del "Fusinieri" vinsero il primo concorso musicale a Vicenza
La prima edizione del concorso fu vinta dai
Bath soap, formazione mitica per i teen ager del tempo, con Beppe Stimamiglio alla chitarra: se cercate su Facebook trovate facilmente le sue foto mentre suona e canta, con la stessa energia dopo cinquant'anni. Nella seconda edizione svoltasi nel 1972 l’ospite d’onore della finale, svoltasi al teatro
Roma fu Donatello: più che un urlatore, lo definiremmo oggi un
new romantic. Tastierista e chitarrista, aveva lavorato con Gianni Morandi e orbitava attorno all’Equipe 84 di Maurizio Vandelli. In quegli anni viveva il suo momento d’oro: presente a tutti i festival di Sanremo dei primi anni Settanta, la sua
Io mi fermo qui resta un must di quel periodo.
Donatello fu l'ospite d'onore della seconda edizione, svoltasi nel 1972
Il manifesto che annunciava la seconda edizione del concorso musicale, con ospite d'onore Donatello nel 1972
Le prime due giornate della terza edizione, quella appunto del 1973, si svolsero il 29 e 30 marzo, con possibilità per i più fortunati di ottenere una deroga dalle lezioni. In mezzo alla gara dei giovani, era prevista l'esibizione di un giovane karateka, Piero Zaupa da Bolzano Vicentino, al tempo già ai vertici nazionali della specialità. Erano anni di grande fascinazione per le arti marziali orientali: la stella dei film specializzati che furoreggiavano nei cinema era l'indimenticato Bruce Lee. La domenica mattina, cioé il giorno della finale, l’ospite d’onore fu il ventottenne Franco Battiato. Giusto tre mesi prima aveva pubblicato il suo secondo long playing,
Pollution, il sèguito di
Fetus e come questo dedicato al
Mondo nuovo e onirico di Aldous Huxley. L’appuntamento era per la mattina del 1° aprile, sempre al “Roma”, affollatissimo di giovani. Costo del biglietto: 600 lire. Un 33 giri costava 1.500 lire e un litro di benzina 162 lire. Nessuno immaginava che di lì a pochi mesi sarebbe scoppiata dopo la guerra del Kippur l'austerity e la benzina nel giro di quattro anni avrebbe triplicato il prezzo.
Franco Battiato presentò a Vicenza nel 1973 il suo "Pollution". Il biglietto per il concerto costava 600 lire
La copertina di Pollution e un Franco Battiato dalla grande chioma e dal gilet aperto sul torso, come andava di moda al tempo fra i cantanti trasgressivi, come Robert Plant dei Led Zeppelin
Battiato arrivava a Vicenza con la fama di musicista sperimentale. Era uno dei primi a usare il sintetizzatore, meraviglia tecnologica del momento. La musica elettronica, in quel periodo, era la nuova frontiera per tutti i gruppi. L'ingegnere americano Robert Moog aveva legato il suo nome a uno strumento che emetteva suoni magici, per i giovani che ne erano rapiti. Sono gli anni dell’esplosione di Emerson, Lake & Palmer che dell’elettronica facevano la loro bandiera, della Premiata Forneria Marconi, degli Yes e dei Genesis, che nel novembre 1972 s’erano esibiti quasi per caso al teatro di Rovigo di fronte a 200 spettatori più incuriositi che altro. A Vicenza quel 1973 è da ricordare per tre concerti di rilievo: il nuovo palasport aveva ospitato mostri sacri come i “Black Sabbath” alfieri dell’hard rock, i raffinati “Gentle Giant” e nientemeno che i “Jethro Tull” di sua maestà Ian Anderson.
Al teatro "Roma" fu un'apoteosi del musicista siciliano, che arrivava con la fama di sperimentatore dell'elettronica
Piero Zaupa oggi: nel 1973 aveva 25 anni ed era nazionale di karate. Fu l'attrazione delle prime due giornate del concorso musicale. Al tempo le arti marziali orientali andavano molto di moda
Il 1° aprile tocca a Franco Battiato che si presenta con il suo “Pollution”. Già la scenografia è innovativa. Ricorda Enrico Professione, che conserva ancora il contratto stipulato con il manager 48 anni fa, che Battiato distribuì tubi di naylon su tutto il palco, tubi che poi si divertì a tagliare al punto che si ferì anche a una mano. Ma se ne accorsero solo dietro le quinte, mentre il teatro esplodeva di applausi. Battiato intonò i suoi brani, dai testi a metà tra il sognante e l’impegnato, tra il rarefatto e il provocatorio, come andava di moda. Basta ricordare l’iniziale
Pollution - Tu quale funzione hai? voce recitante sopra un valzer di Strauss: “Il silenzio del rumore delle valvole a pressione/ i cilindri del calore, serbatoi di produzione/ Anche il tuo spazio è su misura/ Non hai forza di provare a cambiare il tuo avvenire/ per paura di scoprire libertà che non vuoi avere… Ti sei mai chiesto quale funzione hai?”. C’era già
in nuce tutto il suo pensiero.
(Antonio Di Lorenzo)