Il poster della mostra "La fabbrica del Rinascimneto"
Sarà l'avvenimento culturale dell'anno. Arriveranno opere da 64 prestatori da Europa e America
Il poster della mostra "La fabbrica del Rinascimneto"
Sarà l’avvenimento culturale di Vicenza dell’anno. “La fabbrica del Rinascimento” è il titolo della mostra che sarà allestita (non solo) in Basilica da dicembre ad aprile 2022. È la seconda del ciclo di tre grandi esposizioni dopo quella sfortunata su Oppi e prima di quella di Christian Greco, direttore del museo egizio, dell’anno prossimo. Indaga sul secolo d’oro di Vicenza, il Cinquecento appunto, ed è curata da Guido Beltramini, direttore del Centro internazionale di architettura “Andrea Palladio”, Davide Gasparotto, curatore del dipartimento di pittura del museo Paul Getty di Los Angeles, Mattia Vinco, dell’università di Trento. Non la firma ma anche Xavier Salomon, direttore della Frick collection di New York, ha dato il suo contributo.
Il titolo "Fabbrica" si presta a tre differenti letture
Il titolo si presta a tre diverse letture. Fabbrica, prima di tutto, fa riferimento alla dimensione economica di Vicenza: mezzo migliaio di anni fa, Vicenza era un distretto produttivo di importanza europea, perché sulle rive del Bacchiglione erano prodotte le migliori sete d’Europa. Fabbrica fa riferimento anche agli esperimenti artistici che si svolsero in città in quel secolo: Andrea Palladio in architettura, Paolo Veronese nella pittura, Alessandro Vittoria nella scultura (suoi i soffitti di palazzo Thiene) erano i giovani che volevano importare la lezione di Michelangelo e Raffaello, magari pensionando i “vecchi”, come Tiziano e Bellini. Incrociando le loro competenze, lavorando spesso assieme (Palladio e Veronese al palazzo di Iseppo da Porto, Palladio e Vittoria a palazzo Thiene) riuscirono nel duplice intento.
Costerà 1 milione e 270 mila euro, con un contributo del Comune di 350mila euro. La gestione è della Fondazione Marsilio
Guido Beltramini, direttore del Centro studi di architettura "Palladio" e tra i curatori della mostra
Infine, fabbrica anche perché si utilizza un approccio interdisciplinare: non è usuale mettere assieme pittura, scultura e architettura per studiare un secolo. Infine fabbrica perché, dopo aver raccolto materiale in Europa e America, si potrà toccare con mano la genesi di un quadro o di una scultura, dal disegno preparatorio all’opera finita. Non solo: si indagherà perfino sul valore dell’opera, che sarà valutato secondo i parametri del tempo. Non scudi, talleri, ducati e zecchini ma il valore sarà espresso in animali, esattamente maiali, cui quell’opera equivaleva come prezzo. L’idea non è di Beltramini: a lui va il merito, assieme a Gasparotto, di averla importata a Vicenza dal Met di New York. Si potrà così trovare una statua che vale 80 maiali e un quadro che ne vale appena tre. Qui è da sottolineare il lavoro di Edoardo Demo, illustre storico dell’economia, per individuare i valori del tempo. Del resto, conoscendo quanto vale un maiale oggi, è facile attualizzare.
L'assessore Siotto: "Lanceremo un bando per trovare sponsor"
L'assessore alla Cultura, Simona Siotto
La rassegna è stata presentata a palazzo Trissino oltre che da Beltramini dal sindaco Rucco, dall’assessore Siotto, dal presidente della Fondazione teatrale Hüllweck che hanno sottoscritto un’intesa per la realizzazione della mostra. L’esposizione costerà 1.270.000 euro, dei quali 350mila euro arriveranno come contributo dal Comune. Per il resto, sarà lanciato un bando ai vicentini di buona volontà che vogliono contribuire – come ha annunciato Simona Siotto – e funzionerà l’accordo di gestione con la Fondazione Marsilio, secondo un parametro che si può riassumere così: la Marsilio, e in particolare il suo braccio operativo Civita Tre Venezie, si tiene gli introiti fino al raggiungimento del pareggio, dopo di che le ulteriori entrate saranno divise tra Marsilio e Comune.
Vicino a ogni opera si potrà vedere il valore che aveva al tempo, espresso in maiali
L’impegno nella progettazione e realizzazione è stato di alto livello. Basti pensare che saranno 90 le opere in rassegna che giungono da 64 prestatori, davvero da tutto il mondo: dal Kunsthistoriches Museum di Vienna giungerà l’Unzione di Mosè di Paolo Veronese, dal Louvre il Ritratto di due cani di Jacopo Bassano; dagli Uffizi di Firenze il ritratto di Livia Thiene, dal museo di Baltimora, grazie alla mediazione di un altro vicentino illustre, l’ambasciatore Armando Varricchio, già a Washington e adesso a Berlino, arriverà il ritratto di Iseppo da Porto. Così, per la prima volta i ritratti dei due coniugi saranno riuniti in tempo moderni. Infine, altri pezzi arriveranno dal Prado di Madrid e dall’Olanda, da Genova e da Monaco di Baviera, da Cambridge e dal Messico. Dai musei vaticani giungeranno i celebri cristalli di Valerio Belli che erano preziosissimi già al suo tempo, tant’è che valevano 270 maiali.
Antonio Di Lorenzo
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