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Servizi sanitari

Grella sulla crisi del sistema sanitario: "si deve invertire la rotta"

Il segretario generale della FP Cisl Venezia sostiene che agire sulle retribuzioni e sulla meritocrazia sia il primo passo per risolvere la carenza del personale sanitario

«Fino a quando non ci sarà una reale e significativa inversione di rotta sulla meritocrazia, la retribuzione, i carichi di lavoro e un miglioramento generale dell'organizzazione, la situazione del personale sanitario sarà sempre più drammatica. Parliamo eccellenze da valorizzare, a prescindere dal sindacato; per questo si devono superare i tetti alla spesa per i dipendenti, togliere i limiti alle assunzioni ed elevare gli stipendi, adeguandoli al costo della vita».

A parlare è il Segretario generale della Fp (Federazione Pubblica) Cisl Venezia(Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) Massimo Grella sulle condizioni dei lavoratori della sanità. Nell’udienza del 27 giugno 2024, il procuratore generale Pio Silvestri è intervenuto sul tema, durante l'udienza del 27 giugno, in merito al rendiconto generale dello Stato per il 2023: «Non posso, infine, esimermi dal fare un cenno al tema dell’efficienza del sistema sanitario afflitto da numerosi problemi, tra cui quello delle lunghe liste di attesa per le prestazioni rese in ambito pubblico, su cui è intervenuto di recente il Governo con il decreto-legge numero 73 del 7 giugno scorso e con un disegno di legge pure finalizzato a garantire il diritto alle prestazioni sanitarie. Ritengo, peraltro, che siano necessari ulteriori interventi; il sistema sanitario, infatti, dopo aver sostenuto uno sforzo corale per limitare gli effetti della pandemia, soffre di una crisi sistemica – accentuata dalla “fuga” del personale sanitario, non adeguatamente remunerato – cui si deve rispondere con decisioni ed investimenti non più rinviabili, nei campi dell’organizzazione, delle strutture, della formazione e delle retribuzioni, al fine di garantire effettività al diritto alla salute».

E qui Grella chiede che non siano scaricate le responsabilità sui dipendenti, ma che siano dati gli strumenti per garantire i servizi essenziali. «Attivare nuovi servizi – precisa il Segretario della Fp Cisl Venezia – significa andare oltre l’attuale dotazione organica. Con il personale oggi a disposizione, già è parecchio difficile reggere l’ordinario, figurarsi chiedere di provvedere ad attività ulteriori: diventerebbe impossibile. A quel punto, garantire ai dipendenti un corretto equilibrio tra lavoro e vita privata, diverrebbe pura utopia. In questi giorni, ci arrivano continue segnalazioni di annullamenti di riposi, che sono necessari affinché si mantenga adeguata, poi, la qualità del servizio al cittadino».

Secondo la Fp Cisl Venezia, non vi è ruolo che sia sanitario, tecnico o amministrativo che non sia in carenza nelle aziende sanitarie della provincia di Venezia. «Purtroppo non volendo superare i limiti posti alla spesa del personale – continua Grella – c’è l’impossibilità di aumentare l’organico rispetto alle effettive esigenze dei cittadini. Crediamo che il contenimento della finanza pubblica, vada riconfigurato per non pesare sui servizi alla salute e sulle condizioni psicofisiche delle lavoratrici e dei lavoratori, determinando, inevitabilmente, un calo qualitativo-quantitativo delle prestazioni offerte, nonostante l’impegno profuso ogni giorno da tutti gli attori del comparto sanitario».

Ulteriore criticità è la fuga del personale dovuta agli eccessivi carichi di lavoro, la bassa retribuzione, l'assenza di meritocrazia. Molti si dimettono, approdano verso la libera professione e/o strutture private, o cambiano mestiere. «Senza personale non c’è salute – precisa il rappresentante della Fp Cisl Venezia – e, anzi, va considerato, valorizzato e tutelato. Se non si ha attenzione verso chi cura, non ci sarà futuro. Chi esercita questa professione, lo fa per i cittadini e continua a farlo nonostante la crescente difficoltà. Spesso ci vengono esposti dati, assolutamente sterili, che non corrispondono alla realtà, sono solo numeri che non si trasformano in servizi alla comunità e senz'altro non permettono di lavorare in condizioni adeguate a chi lo fa, sacrificando la propria famiglia».

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