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La protesta attivista

"Allarme Repressione": Extinction Rebellion si incatena al Palazzo della Ragione a Padova

Gli attivisti tornano in piazza contro il DDL Sicurezza

La tensione sociale sale e Extinction Rebellion lo ribadisce con un'azione di protesta davanti al Palazzo della Ragione a Padova. Alcuni attivisti del movimento si sono incatenati all'ingresso del celebre edificio cittadino, mentre due di loro sono saliti sul balcone per srotolare uno striscione che recita: “S.O.S alla nazione, allarme repressione”. Un chiaro messaggio contro il DDL Sicurezza, un disegno di legge già soprannominato DDL Repressione, che sta destando forti preoccupazioni tra giuristi e attivisti.

L'azione di oggi, che ha avuto luogo nel primo pomeriggio, si inserisce in un contesto di crescente mobilitazione contro le politiche del governo in tema di sicurezza e gestione del dissenso. Il DDL Sicurezza, approvato dalla Camera dei Deputati lo scorso settembre, è al centro di un acceso dibattito, con critiche che giungono da avvocati, magistrati, costituzionalisti e una larga parte della società civile. Il disegno di legge prevede, tra le altre cose, il rafforzamento dei poteri delle forze dell'ordine e delle limitazioni sui diritti di libertà personale e di manifestazione.

Anita, una delle attiviste di Extinction Rebellion, ha spiegato il motivo della protesta: “La politica repressiva del governo sulla gestione del dissenso è ormai evidente. Non possiamo più restare in silenzio di fronte alla crescente limitazione dei diritti civili. Abbiamo scelto di venire in un luogo simbolo della nostra città per portare davanti agli occhi di tutti la realtà di chi spera in un mondo dove giustizia, verità e libertà siano valori fondamentali".

Il DDL Sicurezza, attualmente in esame al Senato, sta suscitando un’ondata di contestazioni in molte città italiane. Negli ultimi mesi, manifestazioni di protesta si sono susseguite in diverse parti d'Italia, con gli attivisti che denunciano l'istituzione di misure sempre più invasive contro le libertà individuali. Tra queste, le "zone rosse", aree in cui sono intensificati i controlli e dove le forze dell'ordine possono allontanare persone per 48 ore, sono diventate un tema caldo, soprattutto per le implicazioni sociali e razziali che potrebbero avere.

Ad esempio, a Padova, lo scorso mese, due donne senza fissa dimora sono state allontanate dalla zona della stazione ferroviaria, una misura che gli attivisti denunciano come discriminatoria. Inoltre, l’uso del foglio di via, uno strumento amministrativo che consente alle forze dell'ordine di allontanare individui da una determinata zona, è stato recentemente applicato a manifestanti, anche in occasione di azioni pacifiche da parte di Extinction Rebellion.

“Le politiche repressive sono già una realtà”, continua Anita. “Dopo ogni protesta pacifica arrivano le denunce, i fogli di via, i provvedimenti che intimoriscono e dissuadono la gente dal manifestare. La nostra azione oggi vuole portare l'attenzione su un fenomeno che sta crescendo e che questo decreto rischia solo di coronare".

Ma la protesta non si ferma qui. Extinction Rebellion lancia un appello urgente per un cambiamento reale, a partire dalla lotta contro la crisi climatica che, secondo gli attivisti, il governo sta ignorando. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con alluvioni devastanti in Emilia Romagna e siccità estrema al sud, in particolare in Sicilia. “Vogliamo un vero cambiamento. La crisi ecologica e sociale non è più un futuro distante: è qui, ed è urgente. Per questo invitiamo tutti a unirsi a noi nella ‘Primavera Rumorosa’ che si terrà dal 25 aprile al 1 maggio a Roma, una campagna di mobilitazione per chiedere azioni concrete per la giustizia sociale e climatica”, conclude Anita.

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