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Influenza stagionale

Influenza in aumento, in Veneto migliaia di casi in più in una sola settimana

L’Ulss 6 Euganea segnala un drastico aumento dei contagi e dei ricoveri: vaccinazione e prudenza le migliori precauzioni

L’influenza torna a farsi sentire con numeri in rapido aumento anche in Veneto. Gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, riferiti alla cinquantesima settimana dell’anno, indicano una crescita marcata delle sindromi influenzali a livello nazionale. A commentare l’andamento è Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea.

«In una sola settimana siamo oltre gli 800 mila casi a livello nazionale, con un incremento di quasi 100 mila rispetto alla settimana precedente», spiega Sbrogiò. Una crescita che richiama quanto avvenuto due anni fa, «quando il picco si era registrato tra la fine dell’anno e l’inizio di gennaio».

Se il trend dovesse proseguire, il sistema sanitario potrebbe trovarsi ad affrontare una fase particolarmente delicata. «In Italia siamo ormai prossimi ai cinque milioni di casi complessivi dall’inizio della stagione», osserva il direttore. «Possiamo stimarne circa 400 mila in Veneto e certamente oltre 50 mila nella provincia di Padova».

L’aumento dei contagi ha già avuto effetti sugli ospedali. «Un numero elevato di infezioni comporta inevitabilmente un incremento dei ricoveri e dei casi più gravi», sottolinea Sbrogiò. Nella provincia di Padova, nei quattro ospedali dell’Ulss 6 Euganea, i ricoveri per influenza hanno già superato quota trenta.

Da qui l’invito a mantenere comportamenti responsabili. «La nostra raccomandazione resta quella di garantire una buona copertura vaccinale», afferma, «ma anche di ridurre i contatti sociali, soprattutto se si è raffreddati o si presentano sintomi respiratori, per evitare la diffusione del contagio».

Sul fronte delle vaccinazioni, i dati provinciali sono considerati incoraggianti. «Abbiamo superato le 190 mila dosi somministrate», riferisce Sbrogiò. «Risulta vaccinato un bambino su quattro tra 0 e 6 anni, una persona su due tra gli over 60 e due ultraottantenni su tre».

Buona anche la copertura dell’anticorpo monoclonale nei più piccoli. «Circa il 92 per cento dei neonati nati dal primo ottobre a oggi è coperto nei punti nascita», precisa, «mentre tra i lattanti nati tra il primo aprile e il 30 settembre siamo intorno all’85 per cento».

In chiusura, insieme agli auguri per le festività, il richiamo è alla responsabilità individuale. «Raccomandiamo di mantenere le distanze se si hanno sintomi, di utilizzare i gel igienizzanti e, nei casi più rilevanti, le mascherine», conclude Sbrogiò, «come strumenti utili a proteggere le persone più fragili e a contenere la circolazione dei virus respiratori».

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