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30.09.2022 - 23:37
Negli ultimi quarant’anni sono state molte le esposizioni dedicate al Futurismo, ma poche sono state quelle che hanno studiato in maniera puntuale i presupposti culturali e figurativi, sulle radici, sulle diverse anime e sui molti temi che hanno concorso prima alla nascita e poi alla configurazione di questo movimento. La mostra, curata da Fabio Benzi, Francesco Leone, Fernando Mazzocca, si snoda in un percorso in crescendo. Le oltre 100 opere che animano le sale di Palazzo Zabarella, dedicate ai primi cinque anni dell’avanguardia, tracciano un netto spartiacque nelle ricerche artistiche del movimento. Opere d’eccezione, alcune delle quali inedite o esposte raramente, provenienti da gallerie, musei e collezioni internazionali. Un totale di oltre 45 prestatori differenti, un corpus unico che già definisce il prestigio della mostra. " Una grande mostra! Siamo felici di aprile al pubblico le porte dopo due anni e mezzo di chiusura a causa della pandemia. - commenta Federico Bano, Presidente della Fondazione Bano - Un lavoro impegnativo che è due anni e mezzo con tutte le difficoltà dovute al covid. In questa mostra si è posta l'attenzione sulla nascita di quell'avanguardia che subirà una trasformazione futuristi sono artisti visionari, artisti che vogliono grandi cambiamenti e che hanno fiducia nel domani e per questo hanno lottato" "Questa mostra si inserisce in un contesto dove Padova con tre mostre, si caratterizza sempre più con una grande città d'arte europea. - commenta Andrea Colasio, Assessore alla Cultura - L’esposizione apre percorsi critici e interessanti inediti ma soprattutto mette a confronto opere compiute con opere che delineano il percorso di compiutezza dell'identità futurista"
Il Futurismo, arte del futuro, tra le avanguardie del ‘900 è quella maggiormente animata da un sentimento rivoluzionario di rinnovamento, di ribellione nei confronti della tradizione e di fiducia nelle possibilità offerte dal futuro e dalle sue innovazioni tecniche. Gli artisti della prima generazione di futuristi - Umberto Boccioni, in primis, e poi Carlo Carrà, Luigi Russolo, Antonio Sant’Elia, Giacomo Balla e Gino Severini- si pongono come obiettivo di risvegliare l’arte figurativa Il Futurismo, si pone come chiave di rottura verso gli schemi del passato per diventare interprete di una vera “rivoluzione” artistica che vede quale ideale un’opera d’arte “totale” che supera i confini del quadro e della scultura per coinvolgere tutti i sensi, facendo di massimo contrasto cromatico, simultaneità e compenetrazione , i suoi tratti salienti.
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