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29.09.2022 - 19:23
Andy Warhol. Icona Pop approfondisce la figura carismatica e sempre attuale di Warhol, focalizzandosi sui marchi che popolavano l’immaginario pubblicitario diffuso negli Stati Uniti tra gli anni '60 e gli anni '70. Dall'iconica zuppa Campbell alle celeberrime iconografie warholiana come Mick Jagger, Sylvester Stallone, Mao o la star Marilyn. L’esposizione che si sviluppa nelle otto sale al primo piano del Centro Altinate offre un’immagine esaustiva del genio della Pop Art attraverso un racconto di 150 opere tra disegni, fotografie, incisioni, sculture e serigrafie. Un viaggio incalzante nell'eccentrico mondo dell'artista, che permette ai visitatori di soffermarsi sulla rappresentazione della società e della cultura americana. " L'obiettivo di questa mostra è attirare l'attenzione del pubblico soprattutto in questo momento così buio o quantomeno di rinascita. - commenta Simona Occioni, curatrice della mostra - Non solo un pubblico appassionato di arte o collezionisti, ma soprattutto giovani e quindi avvicinarli all'arte e alla conoscenza di questo luogo meraviglioso
Lo sfondo della Pop Art è la cultura di massa, destinata a diventare l’oggetto principale dell’arte stessa. Andy Warhol procede seguendo uno schema ben preciso: isolamento visivo dell’immagine, assimilazione del linguaggio pubblicitario, ripetizione e uso di colori chiassosi. L’arte di Warhol non è soltanto critica alla società dei consumi , ma anche attacco ai valori borghesi e all’establishment dell’Arte. Con modalità dadaiste Warhol svela la superficialità del sistema a cui appartiene, attraverso la manipolazione delle immagini e la trasformazione del sé in un personaggio al limite del grottesco.
“Tra le tante rivoluzioni che hanno trasformato l’arte nel secondo novecento, il movimento Pop è quello che ha annullato definitivamente le distanze tra l’opera e il pubblico. Il lavoro di Andy Warhol, in particolare, ispirato ai meccanismi della ripetizione, della riconoscibilità, della riproducibilità di personaggi celebri e di prodotti d’uso quotidiano, ha raggiunto una notorietà universale. - commenta l'Assessore alla cultura Andrea Colasio - Lo stesso artista finì per trasformarsi in icona di se stesso, come intelligentemente recita il titolo di questa mostra che porta a Padova un’esperienza culturale insieme profonda e giocosa." La mostra è a cura di Simona Occioni, affiancata da Alessandra Mazzoleni, con un percorso espositivo ideato da Daniel Buso. L'esposizione è organizzata da ARTIKA di Daniel Buso e Elena Zannoni, in collaborazione con Fondazione Mazzoleni e il Comune di Padova.
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