Un'operazione di alleggerimento della popolazione ittica dei canali di Padova
In previsione dell’ondata di caldo delle prossime due settimane la Polizia Provinciale è intervenuta con un'operazione di recupero fauna ittica in difficoltà. Lungo il canale Santa Chiara, in via Luca Belludi a Padova, i volontari dell’associazione La Sorgente in collaborazione con la sezione FIPSAS di Venezia, entrambe autorizzate dalla Regione del Veneto, il personale della Cooperativa Sociale Piovego di Padova e l’Orto Botanico, hanno recuperato pesci di media e grossa taglia e trasferiti dove il corso del fiume ha un livello maggiore di acqua. “ Ringrazio tutti i volontari e il personale – ha detto Vincenzo Gottardo, vicepresidente vicario della Provincia di Padova, che collaborano costantemente per il monitoraggio della situazione dei fiumi e dei canali e per intervenire prontamente nelle situazioni di emergenza. In previsione dell’ondata di caldo delle prossime due settimane, abbiamo organizzato questo intervento che verrà anche ripetuto in modo strutturato in altri canali della città. La Provincia si è attivata per un coordinamento affinché tutte le parti coinvolte, Consorzi di Bonifica, Genio Civile, mondo del volontariato, a seconda delle proprie competenze, diano un contributo fattivo per far fronte alla situazione. La Polizia Provinciale è la sentinella del nostro territorio, ed è chiamata, tra gli altri compiti, a monitorare la fauna, difenderla e contenerla dove necessario”.
Polizia Provinciale
“Questa operazione – ha detto Francesco Di Matteo, comandante della Polizia Provinciale – viene effettuata con personale formato, deve saper utilizzare l’attrezzatura necessaria per il recupero del pesce di taglia abbastanza grande, proprio per effettuare un alleggerimento che serve a non far restare il pesce in anossia qualora il livello idrico si abbassi nuovamente. Viene utilizzato in principio uno storditore con motore a scoppio che serve proprio a stordire leggermente la fauna ittica per consentire di recuperarla più agevolmente con i guadini, reti munite di bastone. I pesci vengono immessi in vasche ossigenate e trasportati in luogo idoneo, vale a dire il Bacchiglione, che in questo momento ha un livello idrico accettabile e può ricevere la fauna ittica molto meglio di altri corsi d’acqua. Il personale è preparato, autorizzato dalla Regione del Veneto e impiegato in queste operazioni di recupero e rilascio in zone idonee”.
Sara Busato
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