Una preziosa restituzione a tutta la cittadinanza. Torna a splendere il Palinuro di Arturo Martini, primo monumento celebrativo di un partigiano in Italia
Ultima opera del maestro trevigiano Arturo Martini (1946-1947) e primo monumento celebrativo di un partigiano in Italia, il Palinuro è dedicato alla memoria del partigiano Primo Visentin, ucciso in un’imboscata il 29 aprile 1945, quattro giorni dopo la Liberazione. Una preziosa restituzione a tutta la cittadinanza i cui valori civili sono fondamentali anche nel nostro presente " Ringrazio in particolare l'Associazione Amici per aver sostenuto il restauro del Palinuro, un capolavoro straordinario non soltanto per le sue intrinseche qualità estetiche, ma anche per i valori che esprime e che oggi più che mai ci invitano a interrogarci sul nostro presente.–commenta Monica Salvadori, Prorettrice con delega al Patrimonio artistico, storico e culturale dell’Università di Padova – Il monumento commemorativo del giovane maestro e, attraverso lui, di tutti i partigiani, diviene così emblema delle aspirazioni umane ad astra, al riscatto e a quella libertà di pensiero e d'azione, che da ottocento anni sono distintivi della nostra Università. "
L'opera
Il 1° maggio 1945 Arturo Martini viene incaricato di eseguire una statua colossale in memoria del partigiano Primo Visentin, detto Masaccio, ucciso a Loria il 29 aprile 1945 da una raffica sparata alle spalle, mentre stava intimando la resa a un reparto tedesco. Primo Visentin si era laureato all’Università di Padova cinque anni prima con una tesi su Giorgione. La commissione dell’opera spetta alla Brigata Martiri del Grappa, già comandata da Visentin, per tramite di Elena Povoledo. Senza vincoli di un soggetto predeterminato, Martini sceglie di rifarsi al mito virgiliano di Palinuro, il nocchiere di Enea caduto in mare di notte, che trova ad attenderlo sulle spiagge d" ltalia una fine crudele. È il destino di Masaccio, ucciso da fuoco tedesco (o forse, amico?), che gli impedisce di vedere l'Italia liberata dal giogo nazi-fascista. Ed è anche il destino che un Arturo Martini, deluso dalle possibilità espressive del linguaggio scultoreo, sembra attribuire a sé stesso. Eppure, diversamente che nel bozzetto preparatorio in cui prevaleva il tono luttuoso della figura con il capo reclinato, questo Palinuro guarda verso l'alto. "Un giovane che guarda verso l’alto, ad un avvenire più bello". commentava Martini L’8 febbraio 1948 il neo-rettore prof. Aldo Ferrabino, in concomitanza con le celebrazioni del centenario dei moti insurrezionali del 1848, conferì il diploma di perfezionamento in Storia dell’Arte a Primo Visentin “per onorarne la memoria” e in quella data venne anche inaugurata la statua di Palinuro, la quale, originariamente pensata per una collocazione all’aperto, venne poi sistemata definitivamente ai piedi dello scalone che porta al Rettorato, sempre nell’Atrio degli eroi.
Il restauro
Oggi il Palinuro torna a splendere dopo il restauro eseguito sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, promosso e sostenuto dall’Associazione degli Amici dell'Università di Padova e seguito nella direzione dei lavori dall'Università di Padova. L’intervento è stato condotto dalla restauratrice Valentina Piovan Prima del restauro l’opera si presentava in uno stato di conservazione non ottimale a causa di depositi incoerenti, che ne restituivano una lettura non omogenea, a macchie chiaroscurali non pertinenti al modellato. L’alterazione risultava particolarmente evidente in corrispondenza dell’addome, delle pieghe del panneggio e delle articolazioni degli arti. La naturale chiarezza e la lucentezza del marmo erano affatto offuscate. A seguito della rimozione dello sporco sono state portate a vista con maggior nitidezza le superfici porose e i graffi, numerosi ma poco incisivi. Sono stati rimossi gli strati protettivi alterati, realizzati con olio di lino polimerizzato, steso probabilmente in passati trattamenti di manutenzione per lucidare e uniformare le imperfezioni di entrambi i blocchi di marmo: applicato in maniera disomogenea, l’olio aveva formato macchie, per il diverso assorbimento a seconda della porosità del marmo, e colature. Sara Busato
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