Sono ancora 3,15 lavoratori su 100 ad aver denunciato infortuni sul lavoro in Veneto nel 2023, per la Cisl serve un cambio di passo
Numeri in calo nel 2023 in Veneto per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro ma, secondo Cisl Veneto, non c'è da abbassare la guardia. Anzi, dai dati riportati dalla Fondazione Corazzin ed esposti oggi da Cisl, il calo degli incidenti avviene in modo ancora troppo lento e, pertanto, in questo senso, è quanto mai necessario un deciso cambio di passo. Sono 3,15 i lavoratori e le lavoratrici ogni 100 ad aver denunciato nel 2023 infortuni subiti nei luoghi di lavoro, sono in numero doppio gli infortuni gravi rispetto ai mortali, crescono le malattie professionali, tra gli infortuni mortali più colpiti gli stranieri, i 55-64enni, nei settori costruzioni, trasporto, agricoltura e manifatturiero e nei territori del Veronese e Veneziano. Nel 2023 sono stati 69.643 gli infortuni denunciati in Veneto, di cui 58.214 accaduti in occasione di lavoro. Il primo dato registra un calo del 17,67% rispetto al 2022 (sebbene la diminuzione sia solo del 3,31% se si escludono gli “infortuni Covid”). Anche l’andamento dell’incidenza degli infortuni rispetto agli occupati tende a calare, ma pure in tal caso lo fa di poco, passando da 3,79% nel 2013 al 3,15% del 2023. "L’impegno messo in campo dal sindacato nei posti di lavoro può dare risultati importanti – ha spiegato Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto –. Pure l’aumento delle denunce di malattie professionali testimonia oltre a un aumento dei rischi, crediamo, una crescita di consapevolezza di chi lavora, maturata anche con l’azione informativa del sindacato. Ma resta in termini assoluti alto il numero di infortuni denunciati, che rischia di “cristallizzare” la situazione, e non si è ancora riusciti a ridurre in misura significativa gli infortuni gravi e mortali. Ciò significa che quanto fatto finora non è bastato. È il momento di cambiare passo in modo deciso, come si continua a chiedere con forza, per imprimere una reale e incisiva inversione di rotta che ancora non si vede». «Emergono con evidenza alcune aree di maggiore criticità e insieme si intravvedono gli spazi possibili di azione – ha detto ancora –: a partire dalla formazione, senz’altro da potenziare rispetto a specifiche fasce di età, precisi settori e ai lavoratori stranieri, dall’importanza della vigilanza e dallo spazio di partecipazione e codecisione dei rappresentanti dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro".
"Queste le proposte prioritarie per il nostro settore da sempre uno dei più colpiti - ha dichiarato Francesco Orrù, segretario generale di Filca (Federazione italiana Lavoratori Costruzioni e affini) Cisl Veneto – l’introduzione di una certificazione delle imprese che premi le “buone” ed estromette le “cattive”, ossia quelle che non rispettano le regole, l’applicazione esclusiva del contratto collettivo nazionale dell’edilizia per tutti i lavoratori presenti nei cantieri edili, l’estensione delle normative degli appalti pubblici anche ai lavori privati, il rilancio delle figure dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (rlst), e infine senz’altro più controlli e pene più severe per chi mette a rischio la vita dei lavoratori". "L’importante lavoro di ricerca ci consegna una fotografia del nostro territorio che, anche sui temi di salute e sicurezza, si dovrà sempre più impegnare in percorsi di formazione e consapevolezza per imprese e lavoratori ‒ ha commentato Giovanni Battista Comiati, segretario generale di Fisascat (Federazione italiana sindacati Addetti servizi commerciali affini e Turismo) Cisl Veneto ‒. Grande attenzione va riservata anche ai settori che non sono percepiti come pericolosi, ma vedono rilevanti i numeri di infortuni anche gravi". "Sul rilevante aumento degli infortuni nella sanità negli anni 2020-2022 evidentemente hanno pesato i casi Covid, a seguito della specifica norma di legge che in caso di contagio prevedeva il configurarsi di “infortunio” per i lavoratori del settore – ha sottolineato Marj Pallaro, segretaria generale di Fp (Federazione della Funzione pubblica) Cisl Veneto ‒. In generale però l’ambito sociosanitario soffre l’età media avanzata dei suoi addetti e la continua fatica fisica richiesta nell’attività di assistenza, aggravata da un appesantimento dei carichi di lavoro dovuto alla nota carenza di personale, da lungo tempo evidenziata. Questo comporta casi frequenti e in aumento di problemi muscolo-scheletrici che si traducono in infortunio".
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