domenica, 28 Aprile 2024
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Calesso: “Anche Treviso chieda indietro il contributo sulle case popolari”

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Gigi Calesso di Coalizione Civica sollecita l’amministrazione di Treviso a unirsi a quelle di Padova, Verona e Vicenza. In ballo 5 milioni di euro totali all’anno.

Ogni anno le Ater del Veneto (ovvero gli enti che gestiscono l’edilizia residenziale pubblica) e i Comuni proprietari di alloggi popolari devono versare alla Regione un contributo pari allo 0,4% del valore di locazione di questi immobili. Una partita che vale 5 milioni di euro all’anno. Risorse il cui utilizzo non è vincolato a interventi da parte di Palazzo Baldi sul diritto alla casa o l’emergenza abitativa.

Anche il Comune di Treviso, proprio perché possiede case popolari, versa la quota. Per questo motivo Luigi Calesso, esponente di Coalizione civica Treviso, invita l’amministrazione comunale del capoluogo a unirsi alla richiesta di Padova, Verona e Vicenza per abolire quello che definisce un vero e proprio “balzello”. In questo modo i soldi recuperati potrebbero essere destinati alla ristrutturazione e all’assegnazione degli appartamenti. In tema, anche la consigliera regionale di “Il Veneto che Vogliamo”, Elena Ostanel, ha presentato una proposta, che però finora non è stata approvata.

Secondo i dati forniti da Calesso, in Veneto gli alloggi popolari inutilizzabili per le cattive condizioni in cui si trovano sono alcune migliaia. A Treviso sono stimate in circa 300, tra quelle di proprietà dell’Ater e del Comune, le abitazioni vuote, di cui circa 130 potrebbero essere assegnate.

Calesso: “Conte la faccia diventare una proposta di Anci Veneto”

“Penso, quindi, che l’amministrazione comunale di Treviso dovrebbe unirsi a quelle di Verona, Padova e Vicenza nel richiedere alla Regione di rinunciare al contributo in questione che riduce la possibilità di comuni e Ater di dare risposta all’emergenza casa”, ribadisce Calesso.

L’esponente della sinistra trevigiana continua: “Il sindaco Mario Conte potrebbe, anzi, proporre che questa diventi una proposta dell’Anci del Veneto, di cui è presidente. Si tratterebbe di un modo concreto per affrontare il problema del diritto all’abitare nella nostra città, problema che non sfugge al Sindaco il quale, però, chiede un nuovo “piano casa” regionale ma non “scomoda” mai la Regione che, tra l’altro, ha già tutte le competenze in materia di edilizia residenziale pubblica, senza neppure dover attendere l’autonomia differenziata. Magari è l’occasione giusta per mettere in azione la “filiera leghista Comune-Regione”.

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