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Cronaca
29.06.2025 - 11:09
Immagine di repertorio
Cosa spinge un adolescente a compiere atti di violenza? È una domanda che si pongono in molti, soprattutto alla luce dell'aumento degli episodi di violenza tra giovani in Italia e, in particolare, in Veneto. Un fenomeno che non solo preoccupa, ma che richiede un'analisi approfondita delle sue radici e delle possibili soluzioni. Questo è stato il fulcro del convegno “Adolescenti e violenza: tra Psicologia e Giustizia”, tenutosi a Padova e promosso dall’Ordine degli Psicologi del Veneto.
Durante l'incontro, esperti provenienti da tutta Italia, tra cui psicologi, neuropsichiatri e operatori della giustizia minorile, hanno sottolineato la necessità di un approccio integrato. La devianza giovanile, infatti, non può essere affrontata solo con misure punitive, ma richiede una lettura delle sue radici profonde, che spesso affondano nel disagio psicologico, nella povertà educativa e nel bisogno di appartenenza. È emersa l'importanza di una collaborazione sinergica tra scuola, famiglie, servizi sociali e giustizia, con un focus particolare sulla prevenzione e sul recupero.
Tra i temi discussi, le baby gang e il cyberbullismo hanno occupato un posto centrale. Questi fenomeni, spesso alimentati dai social media, rappresentano nuove sfide per educatori e genitori. Gli esperti hanno evidenziato come i profili dei minori autori di reato stiano cambiando: sempre più spesso si tratta di adolescenti italiani, provenienti da famiglie presenti ma deboli sul piano educativo. La fragilità familiare, infatti, è un fattore determinante che può spingere i giovani verso comportamenti devianti.
Una delle soluzioni proposte durante il convegno è stata la “Messa alla Prova”, un'opportunità rieducativa alternativa alla condanna, che permette ai giovani di ricostruire i legami sociali e di riflettere sulle proprie azioni. La giustizia riparativa, inoltre, è stata indicata come uno strumento efficace per ricucire il tessuto sociale lacerato dalla devianza.
Gli esperti hanno ribadito il ruolo fondamentale della “comunità educante”, ovvero l'insieme di tutte le figure che ruotano attorno alla crescita dei ragazzi. Non bisogna arrendersi di fronte al disagio, ma piuttosto intercettare le risorse dei giovani e offrire loro strumenti concreti per ricostruire il proprio futuro. È un impegno che richiede tempo, dedizione e una visione a lungo termine, ma che può fare la differenza nella vita di molti adolescenti.
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