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Cinghiali nei Colli Euganei, Guarda e Zanoni (Verdi-AVS): “Sospette immissioni da allevamenti, ora serve un divieto nazionale”

Denunciati nuovi casi di introduzione illegale di esemplari, rischi ambientali e sanitari allarmano gli ambientalisti

Cinghiali nei Colli Euganei, Guarda e Zanoni (Verdi-AVS): “Sospette immissioni da allevamenti, ora serve un divieto nazionale”

Immagine di repertorio

Un episodio recente nel Parco Regionale dei Colli Euganei, dove è stata abbattuta una femmina di cinghiale in lattazione con un foro auricolare riconducibile alla rimozione di una marca identificativa da allevamento, ha acceso nuovamente i riflettori sulla questione delle immissioni sospette di animali da allevamenti privati in aree protette. A sollevare l’allarme sono Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi, e Andrea Zanoni, consigliere regionale del Veneto per Europa Verde, che ricordano come un caso analogo fosse già stato segnalato lo scorso anno. Secondo loro, qualora si confermasse l’origine da allevamento privato, si tratterebbe di una grave violazione delle normative vigenti e di una pratica illegale da contrastare con fermezza.

Zanoni evidenzia come non sia la prima volta che emergono notizie di immissioni illegali di cinghiali nei Colli Euganei. La conferma da parte dell’Ente Parco e la denuncia ai Carabinieri Forestali, unitamente all’episodio precedente, rafforzano il sospetto che dietro ci sia una strategia mirata a inserire animali in aree protette per giustificare poi la caccia. Il consigliere regionale sottolinea inoltre che i cinghiali oggi presenti nel Parco non sono specie autoctone, ma esemplari provenienti dall’Est Europa, più grandi e prolifici, introdotti in passato a scopo venatorio. Il piano di eradicazione in corso ha già autorizzato decine di abbattimenti, a fronte di ingenti danni all’agricoltura, alla sicurezza stradale e alla biodiversità. Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiarire quanti allevamenti siano autorizzati, quali controlli vengano effettuati e per avviare un’indagine sulla provenienza dell’animale abbattuto, sollecitando che i costi del contenimento e dei danni non ricadano più sui cittadini.

Dal canto suo, Guarda richiama l’attenzione sull’importanza naturalistica del Parco dei Colli Euganei, parte della rete europea Natura 2000, la cui tutela è vincolata da precisi obblighi legislativi. L’introduzione di fauna da allevamento, oltre a essere potenzialmente illecita, rappresenta un pericolo diretto per l’equilibrio ecologico, la salute pubblica e l’economia locale, soprattutto in relazione alla minaccia della peste suina africana (PSA). Secondo i Verdi, una soluzione efficace e non cruenta per contenere la popolazione dei cinghiali sarebbe la sterilizzazione controllata, mentre affidare la gestione alla caccia non è credibile, visto il ruolo avuto da questo settore nella diffusione del problema.

Entrambi gli esponenti chiedono con forza un divieto nazionale di allevamento dei cinghiali, sottolineando che questi impianti non solo facilitano le immissioni illegali, ma rappresentano un serio rischio per la diffusione della PSA, con potenziali effetti devastanti sull’intera filiera suinicola italiana e sulla salute pubblica. Per questo, concludono Guarda e Zanoni, è indispensabile adottare scelte coraggiose per prevenire ulteriori danni, evitando di perpetuare un’attività che genera più rischi che vantaggi.

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