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La Festa del Redentore a Venezia: tra fede, storia e spettacolo sul Bacino di San Marco

Dal voto contro la peste al ponte votivo: la tradizione che da oltre quattro secoli unisce i veneziani

La Festa del Redentore a Venezia: tra fede, storia e spettacolo sul Bacino di San Marco

Foto di repertorio

Ogni terzo sabato di luglio, Venezia si accende di luci, suoni e memorie per una delle sue ricorrenze più amate: la Festa del Redentore, evento che intreccia spiritualità, storia e spettacolo in una celebrazione che da oltre quattro secoli coinvolge l’intera città, dai residenti alle barche gremite sul bacino di San Marco.

Le origini: il voto del Senato contro la peste

La festa nacque nel 1577, quando Venezia fu colpita da una devastante epidemia di peste che fece oltre 50.000 vittime, quasi un terzo della popolazione dell’epoca. In un gesto di fede e disperazione, il Senato della Serenissima fece voto solenne di costruire una chiesa dedicata al Redentore, come ringraziamento per la fine dell’epidemia. Il doge Alvise Mocenigo promise inoltre che ogni anno, nel mese di luglio, si sarebbe svolta una celebrazione solenne.

La chiesa del Redentore

Il progetto della chiesa venne affidato a Andrea Palladio, tra i massimi architetti del Rinascimento. L’imponente edificio, che sorge sull’isola della Giudecca, è uno dei capolavori palladiani, esempio perfetto di armonia classica e architettura sacra. L’edificazione iniziò nel 1577 e fu completata nel 1592, diventando da allora il fulcro spirituale della festa.

Il ponte votivo: un legame simbolico tra Venezia e la Giudecca

Elemento centrale della Festa del Redentore è il ponte votivo galleggiante, costruito ogni anno con piattaforme mobili e barche, che collega le Zattere alla chiesa del Redentore. È su questo passaggio simbolico che i fedeli si recano in pellegrinaggio, perpetuando un rito che richiama la promessa secolare fatta al Redentore.

Tra spiritualità e spettacolo

La festa mantiene una doppia anima: da un lato la celebrazione religiosa, con la solenne messa e la processione; dall’altro il lato popolare e spettacolare, che attira ogni anno migliaia di persone. Il momento più atteso è senza dubbio lo spettacolo pirotecnico, che illumina il cielo sopra la laguna nella notte tra sabato e domenica, riflettendosi nelle acque del bacino di San Marco. Decine di barche addobbate con lanterne e tavole imbandite trasformano la laguna in un gigantesco salotto galleggiante.

Una festa identitaria

Più che un evento turistico, il Redentore è per i veneziani una festa dell’identità, un’occasione per ritrovarsi, per ricordare la storia della propria città e per riaffermare un legame profondo con la tradizione. In un tempo in cui Venezia cerca di ritrovare equilibrio tra turismo e vivibilità, la Festa del Redentore resta una testimonianza viva della resilienza e della spiritualità della Serenissima, capace ancora oggi di unire fede e festa in un’unica emozione collettiva.

Curiosità

  • La peste del 1575-1577 fu una delle peggiori nella storia della città.

  • Oltre al Redentore, Venezia fece voto anche per la costruzione della chiesa della Salute dopo la peste del 1630.

  • Il ponte votivo è lungo circa 330 metri e viene realizzato in poche ore con la collaborazione della Marina Militare.

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