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Tagli alla PAC: l’agricoltura veneta in grave difficoltà, serve aiuto subito

La consigliera Cavinato avverte: “Il futuro degli agricoltori è a rischio, l’Europa deve cambiare rotta” Chiedi a ChatGPT

Tagli alla PAC: l’agricoltura veneta in grave difficoltà, serve aiuto subito

Foto di repertorio

Un grido d’allarme arriva dal cuore dell’agricoltura veneta. Elisa Cavinato, consigliera regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, interviene duramente contro le nuove linee della Politica Agricola Comune (PAC) 2028-2034, annunciate nei giorni scorsi da Bruxelles. Un piano definito “scandaloso” che – secondo le prime stime – potrebbe costare oltre 85 miliardi di euro solo al comparto agricolo padovano.

«È un attacco frontale a chi ogni giorno lavora con fatica, passione e attenzione alla qualità per garantire cibo sicuro e sostenibile. L’Europa, con queste misure, non sta sostenendo l’agricoltura: la sta affondando», ha dichiarato Cavinato.

Il riferimento è in particolare alla riduzione delle risorse destinate agli agricoltori, all’assenza di tutele contro i dazi americani e alla mancanza di misure di supporto per il settore primario, già provato dai rincari energetici, dalla crisi climatica e dalla concorrenza estera.

«Le conseguenze saranno drammatiche – aggiunge –: si prevede la chiusura di molte aziende agricole, il progressivo abbandono delle campagne e l’invasione di prodotti esteri che non rispettano gli stessi standard di sicurezza e sostenibilità ambientale applicati in Italia. È una follia strategica».

Cavinato sottolinea anche il valore identitario dell’agricoltura per il Veneto e l’intero Paese: «Lavorare la terra è parte del nostro DNA. Difendere il settore agricolo significa preservare la nostra cultura, le tradizioni e garantire un futuro ai giovani agricoltori, che rappresentano un presidio fondamentale per il territorio».

La consigliera ha infine lanciato un appello al Governo e alle istituzioni europee affinché intervengano con urgenza per rivedere il piano PAC, tutelare gli agricoltori italiani e impedire un default silenzioso del settore.

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