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Attualità
17.08.2025 - 13:01
Foto di repertorio
Un moderno impianto sportivo completato da dieci mesi, costato 1,7 milioni di euro, immerso nel verde del quartiere Sant’Antonino a Treviso, ma senza nessuno disposto ad aprirlo al pubblico. È il paradosso della Cittadella Outdoor Extreme Sports, uno dei progetti finanziati con i fondi del PNRR, pensato per promuovere sport alternativi e attività all’aria aperta.
Invece di diventare un polo di attrazione per giovani e appassionati di discipline estreme, oggi la struttura è chiusa e inutilizzata, vittima di una gestione che nessuno vuole assumersi. Mancano gli arredi, i costi di avviamento sono considerati proibitivi e, a oggi, nessun soggetto privato ha risposto positivamente ai bandi del Comune.
Alcuni operatori del settore, contattati dal Comune per una possibile gestione, hanno spiegato che l’analisi dei costi e dei ricavi non giustifica l’investimento. In una nota inviata all’amministrazione comunale, una società che aveva valutato la candidatura ha dichiarato che, pur avendo analizzato attentamente la proposta, il progetto non è economicamente sostenibile nelle condizioni attuali.
Tradotto: aprire la Cittadella comporterebbe spese troppo alte rispetto alle potenziali entrate, e questo senza contare che all’interno mancano ancora elementi fondamentali come arredi, attrezzature e servizi accessori.
L’opera, che sulla carta doveva diventare un modello per le città italiane nel rilancio dello sport outdoor, sembra oggi un esempio delle contraddizioni del PNRR: soldi spesi per realizzare infrastrutture belle ma lasciate incomplete, senza una strategia chiara per la gestione a lungo termine.
Gli abitanti della zona, che avevano accolto con entusiasmo il cantiere, ora guardano con disillusione a quei cancelli chiusi. Alcuni comitati di quartiere chiedono chiarezza sui tempi di apertura e su come l’amministrazione intenda sbloccare la situazione.
Trovare un gestore privato disposto a investire in autonomia si sta rivelando molto più complicato del previsto. Non si esclude, ora, la possibilità di una gestione temporanea affidata a enti pubblici o associazioni no profit, almeno per evitare che l’impianto resti completamente inutilizzato.
Ma il nodo principale rimane: senza ulteriori risorse per completare e rendere funzionale la struttura, la Cittadella rischia di diventare un monumento allo spreco.
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