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Cittadella dello sport estremo chiusa da 10 mesi: nessuno vuole gestirla

L'impianto da 1,7 milioni realizzato con fondi PNRR è pronto, ma resta vuoto: costi troppo alti e arredi ancora mancanti scoraggiano i privati

Cittadella dello sport estremo chiusa da 10 mesi: nessuno vuole gestirla

Foto di repertorio

Un moderno impianto sportivo completato da dieci mesi, costato 1,7 milioni di euro, immerso nel verde del quartiere Sant’Antonino a Treviso, ma senza nessuno disposto ad aprirlo al pubblico. È il paradosso della Cittadella Outdoor Extreme Sports, uno dei progetti finanziati con i fondi del PNRR, pensato per promuovere sport alternativi e attività all’aria aperta.

Invece di diventare un polo di attrazione per giovani e appassionati di discipline estreme, oggi la struttura è chiusa e inutilizzata, vittima di una gestione che nessuno vuole assumersi. Mancano gli arredi, i costi di avviamento sono considerati proibitivi e, a oggi, nessun soggetto privato ha risposto positivamente ai bandi del Comune.

Alcuni operatori del settore, contattati dal Comune per una possibile gestione, hanno spiegato che l’analisi dei costi e dei ricavi non giustifica l’investimento. In una nota inviata all’amministrazione comunale, una società che aveva valutato la candidatura ha dichiarato che, pur avendo analizzato attentamente la proposta, il progetto non è economicamente sostenibile nelle condizioni attuali.

Tradotto: aprire la Cittadella comporterebbe spese troppo alte rispetto alle potenziali entrate, e questo senza contare che all’interno mancano ancora elementi fondamentali come arredi, attrezzature e servizi accessori.

Un impianto pronto solo sulla carta

L’opera, che sulla carta doveva diventare un modello per le città italiane nel rilancio dello sport outdoor, sembra oggi un esempio delle contraddizioni del PNRR: soldi spesi per realizzare infrastrutture belle ma lasciate incomplete, senza una strategia chiara per la gestione a lungo termine.

Gli abitanti della zona, che avevano accolto con entusiasmo il cantiere, ora guardano con disillusione a quei cancelli chiusi. Alcuni comitati di quartiere chiedono chiarezza sui tempi di apertura e su come l’amministrazione intenda sbloccare la situazione.

La posizione del Comune

Trovare un gestore privato disposto a investire in autonomia si sta rivelando molto più complicato del previsto. Non si esclude, ora, la possibilità di una gestione temporanea affidata a enti pubblici o associazioni no profit, almeno per evitare che l’impianto resti completamente inutilizzato.

Ma il nodo principale rimane: senza ulteriori risorse per completare e rendere funzionale la struttura, la Cittadella rischia di diventare un monumento allo spreco.

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