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Giornata contro la violenza sulle donne

Violenza sulle donne: solo una su dieci denuncia, ma cresce la prevenzione quotidiana

Il 31,9% delle donne italiane ha subito abusi, spesso in casa; campagne e gesti quotidiani iniziano a cambiare la cultura della violenza

Violenza sulle donne: solo una su dieci denuncia, ma cresce la prevenzione quotidiana

Foto di repertorio

Oggi è il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ed emergono dati allarmanti e al contempo segnali di cambiamento. Secondo il rapporto Istat La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia (2025), circa sei milioni di donne italiane hanno subito almeno una forma di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Una donna su tre (31,9%) dichiara di essere stata vittima di abusi, e nel 63,8% dei casi il carnefice è il partner o l’ex partner.

Il fenomeno riguarda non solo contesti marginali, ma le case e le relazioni quotidiane, con un aumento preoccupante tra le giovani: nella fascia 16-24 anni, quasi il 31% riferisce di aver subito violenze sessuali, un dato in crescita rispetto a dieci anni fa.

Nonostante la gravità del problema, solo il 13,3% delle vittime denuncia gli abusi, lasciando gran parte del fenomeno sommerso. Questo rende evidente che la lotta alla violenza non può limitarsi alle campagne istituzionali o alle aule giudiziarie: serve un impegno costante, fatto di piccoli gesti quotidiani che trasformino la sensibilizzazione in pratica concreta.

Negli ultimi anni, iniziative di prevenzione hanno iniziato a infiltrarsi nella vita di tutti i giorni: fiocchi rossi nelle vetrine dei negozi, numeri di supporto in farmacia, sportelli di ascolto nei consultori e corsi di autodifesa nelle palestre non solo come risposta alla paura, ma come educazione alla consapevolezza. Persino nelle chat scolastiche circolano contenuti sul rispetto, sul consenso e sull’affettività.

La battaglia culturale, dunque, precede la legge e deve andare oltre la giornata di oggi. Si costruisce giorno dopo giorno, tra parole, gesti e capacità di individuare la violenza prima che diventi esplosiva. Solo così, passo dopo passo, si può sperare di cambiare una cultura ancora troppo incline al silenzio e alla violenza.

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