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Cronaca Olimpiadi 2026

Cortina, il tubo della discordia: non fu sabotaggio, le cause furono accidentali

Nessuna prova di azioni dolose

Cortina, il tubo della discordia: non fu sabotaggio, le cause furono accidentali

Il tubo della discordia

Nessun sabotaggio dietro il misterioso ritrovamento del grande tubo posizionato di traverso su una strada di servizio del cantiere per la nuova pista da bob. La Procura di Belluno, dopo settimane di indagini, ha infatti chiesto l’archiviazione del fascicolo, aperto inizialmente contro ignoti con l’ipotesi di danneggiamento doloso.

Il grosso manufatto era stato notato settimane fa, parzialmente ostruito sulla via d’accesso al cantiere in zona Cortina, suscitando sospetti e preoccupazioni, anche alla luce del clima teso che circonda i lavori in vista delle Olimpiadi invernali.

Gli esiti dell’indagine

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, lo spostamento del tubo non sarebbe riconducibile alla volontà di terzi. Le verifiche tecniche e i sopralluoghi svolti dagli investigatori non hanno fatto emergere alcun elemento che lasci presupporre un’azione intenzionale. Anzi, tutto porta a ritenere che si sia trattato di un episodio fortuito, un semplice incidente di cantiere.

Alla luce di quanto emerso, la Procura ha ritenuto infondata l’ipotesi iniziale di sabotaggio e ha inoltrato al giudice la richiesta di archiviazione del caso.

Clima teso attorno ai lavori olimpici

La vicenda si inserisce in un contesto già segnato da forti polemiche, proteste ambientaliste e preoccupazioni legate ai tempi e ai costi del cantiere per la nuova pista da bob, uno degli impianti simbolo delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

La presenza del tubo aveva alimentato dubbi su possibili tentativi di boicottaggio, ma le conclusioni dell’inchiesta fanno ora chiarezza su quanto accaduto, ridimensionando l’episodio a un evento accidentale, slegato da volontà ostili.

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