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Cronaca aggiornamento
26.05.2025 - 11:51
Foto di repertorio
Una svolta importante nelle indagini sulla tragica morte di Bruno Sette, 76 anni, rinvenuto cadavere all’alba di venerdì 23 maggio nel vialetto della sua abitazione a Porto Viro (Rovigo). La Procura ha infatti iscritto nel registro degli indagati il figlio 46enne, pizzaiolo di professione, con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Secondo quanto emerso, il corpo del pensionato, noto in paese con il soprannome “Buro”, presentava diverse ferite alla testa, almeno sette, che sembrerebbero essere la causa principale del decesso. Il corpo era disteso supino nel vialetto di via Turati, con evidenti tracce di sangue anche sui vestiti e sul terreno circostante. L’allarme era stato lanciato da alcuni familiari.
Gli inquirenti hanno disposto il sequestro di indumenti, dell’automobile e di altri effetti personali del figlio, per approfondire le dinamiche della vicenda. Le prime ipotesi indicano che la morte possa essere avvenuta a seguito di una colluttazione tra padre e figlio, durante la quale l’anziano potrebbe essere caduto battendo violentemente la testa. Tuttavia, le autorità non escludono altre piste investigative.
Il 46enne, già noto alle forze dell’ordine, al momento è indagato ma rimane a piede libero in attesa di ulteriori accertamenti. Bruno Sette era separato e padre di tre figli, tra cui l’indagato, mentre gli altri due lavorano rispettivamente come autotrasportatore e in un’agenzia di viaggi.
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