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Un anno senza risposte: il mistero della morte di Alex Marangon

Il giovane di Marcon deceduto dopo un rito sciamanico a Vidor

Un anno senza risposte: il mistero della morte di Alex Marangon

Foto di repertorio

È trascorso un anno, ma il dolore è rimasto intatto. E i dubbi, pure. Nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, Alex Marangon, 25 anni, perdeva la vita dopo una serata a tema sciamanico nell’antica abbazia di Vidor, nel Trevigiano. Oggi la sua famiglia lo ricorda con struggente commozione, chiedendo ancora risposte a domande che nessuno ha chiarito.

«Sembra ieri che siamo corsi a Vidor avvisati dai carabinieri, eppure pare sia passata un’eternità senza di te», scrive suo padre Luca nel gruppo Facebook “Verità e giustizia per Alex Marangon”, creato per tenere accesi i riflettori sulla vicenda. «È passato un anno e la verità di quella notte maledetta è lontana, e forse non la conosceremo mai», aggiunge, amaro.

Per il primo anniversario della morte di Alex è prevista una messa in suo ricordo domenica 30 giugno alle 18.30, nella chiesa di San Giorgio a Marcon.

La dinamica di una notte senza risposte
Il corpo senza vita di Alex fu ritrovato il 2 luglio, due giorni dopo la scomparsa, incagliato su un isolotto del Piave a Ciano del Montello. Le indagini della procura di Treviso, partite con l’ipotesi di omicidio volontario, hanno ipotizzato che il ragazzo potesse essere stato picchiato. Ma non sono mai emersi responsabili.

La relazione medico-legale ha evidenziato lesioni compatibili con una caduta di 15 metri dalla terrazza dell’abbazia. Secondo l’anatomopatologo, il giovane sarebbe morto nell’impatto, per poi essere trascinato via dal fiume.

Le ombre sul rito sciamanico
A complicare il quadro, la circostanza che durante quella serata, riferiscono i partecipanti, venisse consumata ayahuasca, potente bevanda psicotropa usata in rituali sciamanici e in grado di causare forti allucinazioni. Secondo una versione raccolta dai carabinieri, Alex si sarebbe improvvisamente allontanato dal “cerchio di musica” e poco dopo si sarebbe udito un tonfo. Chi era presente racconta di averlo cercato per ore, chiamando infine i carabinieri solo verso l’alba.

Restano in attesa i risultati definitivi dei test tossicologici, che potrebbero chiarire se Alex fosse sotto l’effetto di sostanze al momento della morte. Al centro dei sospetti anche i due “curanderos” colombiani che avrebbero guidato il rituale e che sarebbero stati tra gli ultimi a vederlo vivo. Entrambi, però, avrebbero lasciato il luogo la mattina dopo la scomparsa.

La famiglia: «Vogliamo giustizia»
Un anno dopo, la sensazione della famiglia Marangon è di trovarsi davanti a un muro di silenzi e versioni discordanti. Per i genitori di Alex la priorità è non lasciare che la sua morte venga archiviata senza risposte chiare: sapere cosa accadde davvero quella notte all’abbazia di Vidor e perché un giovane di 25 anni sia finito morto in un fiume dopo un rito che avrebbe dovuto essere di “guarigione spirituale”.

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