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Cronaca
04.07.2025 - 09:18
Immagine di repertorio
Si è spenta nella serata del 3 luglio ogni speranza per Abdelmajid El Khabch, l’operaio 48enne rimasto intossicato martedì pomeriggio all’interno dell’impianto della Salgaim Ecologic, azienda specializzata nel trattamento di scarti animali. Dopo due giorni in coma farmacologico, l’uomo è morto per le complicazioni neurologiche provocate da una prolungata asfissia.
L'incidente è avvenuto martedì 1° luglio nel primo pomeriggio. El Khabch, residente a Tezze e di origine marocchina, stava effettuando un intervento di manutenzione nella coclea dell’impianto, una struttura a spirale che trasporta scarti di lavorazione. Per motivi ancora al vaglio degli inquirenti, avrebbe inalato anidride solforosa e altri gas tossici sprigionati dalla decomposizione delle frattaglie. Privo di mascherina o respiratore, è svenuto ed è caduto all'interno della struttura.
Un collega, anche lui colto da malore ma riuscito a mettersi in salvo, ha lanciato l’allarme. I soccorsi sono stati immediati: i vigili del fuoco hanno estratto El Khabch dalla coclea dopo almeno dieci minuti. I sanitari del Suem sono riusciti a rianimarlo e a trasportarlo all’ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa, dove però i danni cerebrali risultavano già irreversibili.
Abdelmajid era sposato e padre di due bambini piccoli, di uno e sei anni. Il 12 luglio avrebbe dovuto raggiungere la sua famiglia in Marocco per le vacanze estive. Ora sono stati la moglie e i figli a fare ritorno in Italia per assistere alle ultime ore di vita dell’uomo, insieme ai suoi fratelli, accorsi da fuori provincia.
Sulla tragedia stanno indagando i Carabinieri e lo Spisal (Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro), per ricostruire la dinamica dell’incidente e verificare l’eventuale presenza di negligenze o omissioni nella gestione della sicurezza in azienda.
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