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Morte sul lavoro alla Salgaim Ecologic: sciopero a Campagna Lupia, la Fai Cisl: “Non si può morire per lavorare”

Dopo il decesso di Abdelmajid El Khabch, 48 anni, i colleghi incrociano le braccia

Morte sul lavoro alla Salgaim Ecologic: sciopero a Campagna Lupia, la Fai Cisl: “Non si può morire per lavorare”

Foto di repertorio

Dopo la tragica morte di Abdelmajid El Khabch, 48 anni, colpito da esalazioni tossiche mentre lavorava nello stabilimento Salgaim Ecologic di Tezze sul Brenta (VI), i colleghi della sede di Campagna Lupia si fermano per uno sciopero, previsto per venerdì 11 luglio. A esprimere vicinanza e cordoglio è la Fai Cisl di Venezia, che sottolinea l’urgenza di trasformare la sicurezza sul lavoro in un pilastro irrinunciabile della quotidianità aziendale.

“La sicurezza non può essere un dettaglio burocratico”

«Non ci sono parole per colmare il dolore di chi perde un collega o un familiare per un incidente sul lavoro – ha dichiarato il segretario generale della Fai Cisl Venezia, Pierpaolo Piva – ma ce ne sono molte che oggi devono essere pronunciate con decisione: non si può morire di lavoro. Chi entra ogni giorno in fabbrica lo fa per costruire un futuro, non per mettere a rischio la propria vita».

Piva ha ribadito con forza che la sicurezza non può essere relegata a un adempimento di facciata o a una voce di spesa da comprimere: deve essere cultura condivisa, responsabilità diffusa, pratica costante.

Tavoli tecnici permanenti per prevenire nuove tragedie

Nel messaggio del sindacato emerge la richiesta di un cambio di passo concreto. La Fai Cisl propone l’apertura di tavoli tecnici permanenti tra aziende, rappresentanze sindacali, Rls (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), Rspp (Responsabile del servizio prevenzione e protezione) e sindacati, con l’obiettivo di affrontare in modo sistematico tutte le criticità legate alla salute nei luoghi di lavoro.

«La nostra azione non si ferma alla denuncia – prosegue Piva – ma punta alla costruzione di soluzioni: vogliamo esserci prima, non dopo. È solo con un impegno serio e continuo sulla prevenzione che si possono evitare nuove tragedie. Il lavoro deve essere sinonimo di dignità, non di paura».

La vicenda

El Khabch era rimasto gravemente intossicato il 1° luglio mentre operava in un impianto per il trattamento di resti animali. Dopo due giorni di agonia, il 3 luglio è deceduto. La sua scomparsa ha scosso colleghi e sindacati, accendendo nuovamente i riflettori su un tema, quello della sicurezza sul lavoro, che troppo spesso resta sottovalutato fino a quando non si verifica l’irreparabile.

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