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Manildo: “Il Vajont ci insegna che senza rispetto per il territorio non c’è futuro”

Il candidato ricorda la tragedia del 1963: “Sviluppo, sicurezza e ambiente devono camminare insieme. Basta sacrifici al profitto”

Vajont, 62 anni dopo: il ricordo, la lezione, l’impegno

A distanza di oltre sei decenni dalla frana che il 9 ottobre 1963 travolse il bacino artificiale del Vajont e costò la vita a quasi duemila persone, Giovanni Manildo – candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Veneto – rilancia il valore civile e politico della memoria.

“Il Vajont non è solo una tragedia del passato. È un monito per il presente e per il futuro: ci ricorda quanto sia pericoloso quando lo sviluppo ignora i limiti, quando l’ambiente e la sicurezza vengono sacrificati alla fretta e al profitto”.

Con queste parole, Manildo invita a guardare al Vajont non solo come a una ferita storica, ma come a un avvertimento ancora attuale.

Le vittime e la rinascita delle comunità

“Oggi rendiamo omaggio alle vittime e alle comunità che hanno saputo rinascere – prosegue Manildo – ma anche alla loro lezione: la cura del territorio, la prevenzione, il rispetto delle regole devono essere la base di ogni scelta politica e amministrativa”.

Il messaggio tocca i nodi centrali della sua proposta politica, in particolare la gestione del rischio ambientale in un Veneto sempre più esposto a eventi estremi e a instabilità idrogeologica.

Un piano regionale per la sicurezza del territorio

Per Manildo, serve un grande piano regionale dedicato alla messa in sicurezza del territorio: “Il cambiamento climatico, la fragilità delle nostre montagne e pianure chiedono responsabilità e visione. È il momento di investire nella manutenzione delle opere idrauliche, nella rinaturalizzazione dei fiumi e nella prevenzione. Il futuro si costruisce così: con memoria, conoscenza e rispetto”.

Un impegno che guarda avanti

Infine, un impegno preciso:

Ricordare il Vajont significa impegnarsi ogni giorno perché simili tragedie non si ripetano mai più”.

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