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Cronaca
09.11.2025 - 11:11
Foto di repertorio
Un pomeriggio di lavoro, clienti in sala e una discussione che degenera in pochi istanti: nel suo centro estetico di Vigonza, la titolare A.M. sostiene di essere stata aggredita da un fornitore durante un confronto su un macchinario. L’episodio, avvenuto venerdì pomeriggio, l’ha costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso e riaccende i riflettori sul tema della sicurezza nei luoghi aperti al pubblico, dove una lite commerciale può trasformarsi in un caso di cronaca.
Secondo quanto riferito dalla stessa titolare, l’uomo, arrivato per discutere di un macchinario, avrebbe perso il controllo durante il confronto, afferrandola e strattonandola davanti ai clienti presenti. La titolare ha poi raggiunto il pronto soccorso per gli accertamenti del caso. Al momento non sono stati divulgati particolari sul tipo di lesioni riportate né su eventuali provvedimenti immediati.
“Non starò zitta, voglio giustizia”, afferma A.M., che annuncia di non voler lasciare senza risposta quanto accaduto nel suo negozio. Parole che riflettono shock e determinazione, e che prefigurano possibili iniziative nelle sedi opportune. La sua testimonianza resta, ad oggi, il principale riferimento per ricostruire la dinamica.
All’origine dell’episodio ci sarebbe una discussione su un macchinario, tema non raro nelle relazioni tra imprese e fornitori. Rapporti professionali tesi, consegne, garanzie e assistenze tecniche possono generare attriti; ciò non giustifica, ovviamente, il ricorso alla forza. Se confermato, il gesto configurerebbe un grave superamento dei limiti della dialettica commerciale, con ricadute tanto sanitarie quanto reputazionali.
L’eventuale acquisizione di testimonianze e documenti (conversazioni, contratti, assistenze tecniche) potrebbe fare luce sulla lite a monte dell’episodio. Resta fondamentale la verifica incrociata delle versioni e il principio di presunzione d’innocenza per tutte le parti, fino all’accertamento dei fatti.
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