La Galleria dpProgetti ospita la mostra fotografica Dettagli di Luce. In esposizione una cinquantina di foto in bianco e nero di Luciano Bertocco
Immagini astratte, metafisiche in cui il soggetto è un pretesto per comunicare qualcos’altro, che va oltre qualsiasi oggetto. Sono le caratteristiche delle cinquanta fotografie esposte presso Galleria dpProgetti di Luciano Bertocco. Terra, acqua e luce sono gli elementi primordiali e cuore dell’allestimento. Immagini che parlano di città e di architettura industriale. Si passa poi al racconto di colline senesi, volti e alcuni scatti a colori. "Per me fotografare è comunicare - dichiara l’autore - fotografare significa raccontare, esporre i miei sentimenti, le mie emozioni. Il mio è una sorta di percorso spirituale fatto guardandomi dentro e di incontri che solo apparentemente si possono dire casuali, in realtà inseriti in un qualche disegno, orizzonte di senso". "Con le sue immagini Luciano si racconta e così espone se stesso agli occhi e al giudizio del pubblico - commenta il critico Francesco Nosella - non si tratta di una narrazione autobiografica ma del bisogno, vitale, di esporre il proprio percorso interiore, la propria ascesi"
Luciano Bertocco
Nato a Fiesso d’Artico, Bertocco ha incontrato la fotografia da adulto e la considera un dono, la possibilità di emancipazione umana e intellettuale. Tra le sue mostre quella a Villa Foscarini Rossi di Stra, alla chiese di San Tommaso e Santo Stefano all’Accademia di a Venezia e a Chioggia. Con l’istantanea di una donna con le vecchie mani che guarda se stessa ritratta in una foto da giovane ha vinto il premio Gallucci. Fondamentali per Bertocco sono stati alcuni incontri. Il primo con il suo mentore e maestro Giovanni Umicini e tra gli insegnamenti che gli ha consegnato c’è quello di fotografare “solo quando ti prende il fuoco sacro”. Un secondo incontro è quello con la parola e da qui è nato il suo primo lavoro importante, un volume in cui la fotografia è tutt’uno con la parola biblica: dai Salmi, il libro di David che ha peccato e cerca purificazione, è uscito il suo “Ruah” ossia soffio, dalla gravità della terra alla leggerezza dell’aria. . Un ultimo incontro ha portato a un grande arricchimento, mediato da Simona Guerra, nipote di Mario Giacomelli: le carte, gli archivi, i messaggi del grande fotografo hanno lasciato l’insegnamento che “bisogna scavare su se stessi”.
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