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Crisi penitenziaria

Emergenza sovraffollamento in carcere. Il PD denuncia

Martella condanna la situazione esplosiva in Veneto e chiede interventi urgenti

andrea martella

Andrea Martella, segretario regionale del PD in Veneto

Venezia, 17 ottobre 2024 – «Dopo il suicidio di un detenuto al Santa Maria Maggiore di Venezia, a inizio ottobre un altro dramma si è consumato nel carcere di Vicenza. È il secondo suicidio in poche settimane, un dato che porta il totale dei suicidi in carcere a 72 dall'inizio dell'anno, in crescita rispetto al 2023», ha dichiarato Andrea Martella, segretario regionale del Pd Veneto, durante un intervento in Senato. La denuncia riguarda in particolare le condizioni critiche delle carceri venete, con un sovraffollamento che ha ormai raggiunto il 160%, con il carcere di Venezia tra i più colpiti.

Martella ha evidenziato la drammaticità della situazione al Santa Maria Maggiore, dove i detenuti sono 258, mentre la struttura potrebbe ospitarne solo 159. «Nonostante gli sforzi encomiabili della direzione, degli agenti e degli operatori, la qualità della vita sia per i detenuti che per il personale è inaccettabile. Chiediamo al governo interventi immediati». Le criticità non si fermano solo al numero di detenuti, ma anche alla carenza di personale. La polizia penitenziaria opera con un organico ridotto al 70%, mentre si sono registrati oltre 60 eventi critici e decine di aggressioni nei confronti del personale.

Il sovraffollamento supera il 161% a Venezia, secondo solo al carcere di Treviso, mentre l'occupazione è garantita solo per 70 detenuti. Martella sottolinea inoltre la mancanza di spazi per la socialità e il grave deterioramento infrastrutturale, confermato dai rapporti delle associazioni Antigone e Nessuno Tocchi Caino. «Nel 2024, oltre cento casi di autolesionismo sono stati segnalati solo a Venezia, una cifra che testimonia il profondo disagio psicologico dei detenuti».

Martella ha concluso con un appello al governo affinché abbandoni l’approccio “securitario” e panpenalista che, secondo lui, aggrava il problema anziché risolverlo. «Le carceri rischiano di esplodere se non si interviene subito. È necessario investire su reinserimento sociale, lavoro, formazione e rafforzamento degli organici. Solo così si può affrontare questa emergenza umanitaria».

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