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Accoglienza e rispetto

Zaia condanna il rifiuto di turisti israeliani in un hotel bellunese: “Il Veneto non è questo”

Il presidente della Regione esprime la sua indignazione dopo l’incidente a Selva di Cadore, ribadendo l’importanza dell’inclusività e dell’ospitalità

Luca Zaia

Il Governatore Luca Zaia

La notizia del rifiuto di un gruppo di turisti israeliani da parte di una struttura alberghiera a Selva di Cadore, nel bellunese, ha suscitato un’ondata di indignazione, e a esprimere il suo sconcerto è stato il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Il Governatore ha sottolineato come, se confermata, questa vicenda rappresenti un episodio gravissimo che non riflette i valori della regione.

“Mi sento profondamente turbato e allibito per quanto accaduto. Il Veneto deve garantire le porte aperte a tutti. L’ospitalità veneta non è questa”, ha dichiarato Zaia, commentando quanto riportato dai media. Il presidente ha aggiunto che episodi come quello di Selva di Cadore sono inaccettabili e vanno contro l'inclusività che contraddistingue da secoli la regione. “Da sempre siamo un popolo aperto al mondo e rispettoso delle identità altrui. La Repubblica Veneta ha ospitato con orgoglio comunità come quella ebraica e ha favorito il dialogo con il Medioriente”, ha sottolineato Zaia, ricordando il passato di accoglienza e integrazione del Veneto.

Il caso riguarda una struttura alberghiera che avrebbe accusato i turisti israeliani di essere “responsabili di genocidio”, un atto che ha suscitato una forte condanna. Per il presidente della Regione, il compito delle istituzioni è quello di aprire le porte, non di chiuderle: “Sarebbe un onore per il Veneto accogliere le due comunità in conflitto, israeliani e palestinesi, offrendo loro uno spazio per incontrarsi e dialogare, con l’obiettivo di promuovere la pace proprio nella nostra Terra”.

Zaia ha poi esaminato i tre principi che ritiene essenziali per garantire una vera accoglienza. Il primo è il valore stesso dell’ospitalità, che deve fondarsi sul rispetto reciproco tra chi ospita e chi è ospitato. Il secondo riguarda il legame con la comunità locale, che vive grazie all’accoglienza turistica. Infine, il presidente ha messo in evidenza l’importanza di trasmettere valori di pace e inclusione alle future generazioni, soprattutto in un contesto turistico che attrae milioni di visitatori.

Concludendo, Zaia ha affermato: “Abbiamo una responsabilità educativa. Ogni turista, che sia israeliano, palestinese o di qualsiasi altra nazionalità, deve sentirsi accolto e rispettato. Non c’è spazio per discriminazioni legate a convinzioni personali, politiche, religione o altro. L’ospite è sovrano”.

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