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Venezia, Brugnaro difende la libertà di espressione e annuncia azioni legali contro la "campagna diffamatoria"

Il sindaco di Venezia replica alle polemiche degli ultimi giorni

Venezia, Brugnaro difende la libertà di espressione e annuncia azioni legali contro la "campagna diffamatoria"

Luigi Brugnaro

Nel corso del Consiglio comunale straordinario del 3 aprile, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha preso posizione sulla vicenda legata alla "lista nera" di giornalisti e commenti sui social, emersa nell'ambito delle indagini per corruzione della Procura lagunare. Il primo cittadino ha ribadito di aver già espresso le sue intenzioni in merito durante un consiglio comunale straordinario del 21 ottobre 2021, dove annunciò il suo impegno a procedere con azioni legali contro quelle che considerava "gravi campagne diffamatorie".

Brugnaro ha confermato di aver incaricato l'avvocato Andrea Pasqualin di Mestre di intraprendere una causa civile di risarcimento danni nei confronti del quotidiano Domani, esprimendo la sua ferma intenzione di difendere la propria reputazione. "È la prima volta nella mia vita che faccio causa a un giornale. Ho aspettato la fine del mio mandato per procedere", ha dichiarato con fermezza.

Il sindaco ha quindi letto una nota datata 20 marzo scorso, scritta dal vicecapo di gabinetto Derek Donadini, nella quale veniva spiegato che la "lista nera" trovata nell'armadio di Donadini conteneva 51 episodi che raccoglievano offese o commenti ritenuti diffamatori, nei confronti di svariate persone. Brugnaro ha sottolineato che la lista non conteneva alcuna valutazione politica o sindacale dei soggetti riportati, né tanto meno attività di "schedatura" o "spionaggio" su pubblici dipendenti. Ha ribadito che non è mai stata compromessa la libertà di stampa, né i diritti dei lavoratori.

In merito alla diffusione della lista, il sindaco ha dichiarato che essa è stata resa pubblica senza il suo consenso, evidenziando come l'elenco di offese fosse conservato in un armadio e sarebbe rimasto riservato fino al 2026. "Questa lista è stata fatta circolare senza la mia volontà", ha dichiarato, "e solo quando non sarò più sindaco procederò con le necessarie valutazioni legali".

Brugnaro ha infine commentato anche la pubblicazione delle spese elettorali per le amministrative del 2020, incluse nell'inchiesta. A suo avviso, i dati sono stati resi pubblici in maniera ingiustificata, e le spese elettorali sono comunque conformi alle normative vigenti del 2012. "Un’altra velina di natura ignota è stata fatta circolare ai giornali", ha concluso, criticando la tempistica e il contenuto della diffusione.

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