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Emergenza Idrogeologica. Treviso ovest 3/4

Il radicchio trevigiano travolto dal maltempo

Produzione dimezzata e prezzi in salita, mentre il futuro dipende dalla resilienza agricola

Alessandro Borghese a Treviso: la sfida culinaria di 4 Ristoranti illumina il radicchio rosso

Un manto di preoccupazione si stende sui campi che generano il celebre radicchio rosso di Treviso. La scorsa stagione autunnale ha segnato un tracollo produttivo del 50%, una ferita profonda che rischia di riaprirsi, se non addirittura aggravarsi, con la nuova annata. L'ombra lunga del maltempo si proietta ancora una volta sulle sorti di un' eccellenza agroalimentare che identifica un intero territorio.Le cifre parlano chiaro e delineano uno scenario allarmante. Se l' adattamento varietale aveva in parte mitigato l'impatto delle temperature elevate, quest'anno è stata la furia dell' acqua a sferrare un colpo durissimo. Tra i 400 e i 600 millimetri di pioggia si sono abbattuti in soli due mesi sui terreni vocati alla coltivazione. Un' intensità tale da compattare il suolo, soffocando le radici delle preziose piante e aprendo la strada all'insidiosa proliferazione di funghi che ne hanno compromesso irrimediabilmente le foglie.

Ma la destabilizzazione climatica non si è fermata qui. L'andamento anomalo ha scombussolato il calendario naturale delle diverse varietà di radicchio: il precoce ha faticato a maturare nei tempi previsti, mentre il tardivo ha bruciato le tappe, anticipando la raccolta. Un cortocircuito produttivo che ha inevitabilmente innescato una spirale inflattiva. I prezzi al consumatore hanno subito impennate significative, con rincari che oscillano tra il 30% e il 50%, mettendo a dura prova le tasche degli appassionati.

Dietro le quinte di questo scenario critico, si consuma la battaglia silenziosa di numerose aziende agricole. Molte di queste, gravate da mutui accesi per sostenere investimenti, si trovano in difficoltà. Con raccolti dimezzati o, in alcuni casi, completamente azzerati, la capacità di far fronte agli impegni finanziari si assottiglia di giorno in giorno, alimentando un clima di crescente incertezza.

Tuttavia, la pioggia battente non è l'unico nemico. Le anomalie climatiche hanno innescato una serie di problemi fitosanitari a cascata, sfide complesse che i produttori possono arginare solo parzialmente. Un vincolo ulteriore è rappresentato dal disciplinare di produzione che tutela il marchio Igp, imponendo precise direttive in merito all'impianto e al trattamento delle colture, talvolta limitando le contromisure a disposizione degli agricoltori.

Nonostante le avversità, emerge con forza la resilienza di un territorio e dei suoi custodi della terra. La programmazione per la prossima campagna è già in corso e, nonostante le ferite ancora aperte, si punta a confermare i volumi produttivi, con la speranza di una timida ripresa.

Resta da capire se il cielo sopra la Marca Trevigiana tornerà a essere più clemente, permettendo a questa eccellenza italiana di superare la tempesta e continuare a colorare le nostre tavole con il suo inconfondibile amarognolo. L'annata in corso si preannuncia come un banco di prova cruciale per la tenuta di un intero sistema economico e culturale legato indissolubilmente al suo radicchio rosso.

Sara Busato

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