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Emergenza idrogeologica. Bassa Padovana 3/3
29.05.2025 - 10:03
Il rischio idraulico tra Este e Monselice
Lorin (Coldiretti): “La nostra è l’attività più esposta agli effetti dei cambiamenti climatici, va garantito il rapido deflusso delle acque”. Trivellato (Cia): “Mettere a bilancio i fondi Pnrr non utilizzati”
Da sempre la Bassa Padovana fa i conti con la fragilità del territorio dal punto di vista idraulico e con la necessità di proteggere sia le città come Este e Monselice che i centri più piccoli e le vaste aree di campagna. Quando canali e fossati non ce la fanno più sono migliaia gli ettari che finiscono sott’acqua e gli agricoltori sono i primi a rimetterci.
“La nostra attività – osserva Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova – è senz’altro l’attività più esposta agli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con nubifragi violenti, eccesso di pioggia e grandine, vento forte ma anche, dal lato opposto, lunghi periodi di siccità, colpi di calore, malattie e attacchi di insetti. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad allagamenti, in seguito a piogge intense e concentrate in poche ore, in zone dove non si erano mai registrati prima.
Le due principali necessità sono garantire un rapido deflusso dell’acqua quando ne arriva in abbondanza e trattenerla invece quando scarseggia. Da qui l’urgenza, più volte sottolineata da Coldiretti, di portare a termine il piano invasi per assicurare in maniera strutturale la disponibilità idrica e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici. Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato su tutto il territorio nazionale un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo, veri e propri laghetti, per portare dall’attuale 11 percento al 50 percento la quantità di acqua raccolta e messa a disposizione non solo dell’agricoltura ma dell’intera collettività. Se vogliamo garantire l’attività agricola, così varia nella nostra provincia, vanno individuati tutti gli strumenti e le agevolazioni e un adeguato sostegno a chi vive di agricoltura e si trova costantemente in prima linea”.
La Cia di Padova invita a mettere a bilancio i fondi del PNRR non utilizzati, che a livello nazionale ammontano ad oltre 200 miliardi di euro. “La parola chiave per centrare una reale sicurezza idraulica è prevenzione – sottolinea il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – Ovvero, la costruzione di bacini di laminazione in grado di trattenere l’acqua quando si verificano eventi meteo estremi, per poi rilasciarla gradualmente nei periodi maggiormente siccitosi. Vero che dopo l’alluvione dei Santi del 2010 molto è stato fatto in Veneto. Tuttavia, l’opera non può dirsi compiuta. Vi è poi l’irrisolta questione del consumo di suolo. “Qualora impermeabilizzati – precisa Trivellato – i terreni non sono in grado di assorbire le precipitazioni, a maggior ragione se abbondanti e concentrate in poco tempo. La provincia detiene il triste primato della più alta percentuale di suolo consumato. La politica è tenuta a porre un freno. L’argomento della sicurezza idraulica – conclude – deve ritornare al centro dell’agenda”.
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