Scopri tutti gli eventi
Emergenza idrogeologica. Miranese Nord 3/4
20.06.2025 - 10:17
Opzione zero:“I Piani delle Acque comunali rimangono in buona parte solo sulla carta”.
Dagli ultimi dati Ispra oltre mezzo milione di persone (568.131) sono a rischio alluvioni in Veneto. Questo è il principale rischio idrogeologico soprattutto per il padovano e il veneziano. A legare questo rischio sempre più elevato, al cambiamento climatico anche nel Miranese, è l’associazione Opzione Zero.
“Dai dati - spiega il referente Mattia Donadel - emerge che dagli anni Ottanta dello scorso secolo il continente europeo si è riscaldato a una velocità doppia rispetto alla media mondiale, diventando il continente a riscaldamento più rapido della Terra. L’Istituto nazionale Ispra segnala che il Veneto rimane la seconda regione più cementificata d’Italia con l’11,88% della superficie regionale consumata (891 gli ettari persi nel 2023). Del resto che continuino a spuntare palazzine o supermercati al posto di casette, o centri commerciali e poli logistici là dove prima c’erano campi, è sotto gli occhi di tutti anche nel Miranese”.
Il Comitato fa denunce precise. “Nel Miranese continuano ad incombere progetti - dice Donadel - di cemento e asfalto. I fatti dimostrano che in un territorio così compromesso, a fronte di precipitazioni sempre più abbondanti e intense, la vulnerabilità idraulica è una delle conseguenze più gravi e immediate. Si pensi anche alla cementificazione provocata dal Passante (che attraversa anche i comuni di Scorzè e Martellago) con contropartite in termini ambientali del tutto insufficienti. Le vasche di contenimento intorno alle nuove lottizzazioni sono solo una foglia di fico. Le reti per la raccolta delle acque nere e delle acque bianche sono sottodimensionate o assenti. I Piani delle Acque comunali rimangono in buona parte solo sulla carta. Non va meglio per i corsi d’acqua principali, dove gli interventi di messa in sicurezza degli argini sono insufficienti e discutibili. Spesso è stata rasa al suolo la vegetazione spondale per chilometri. Mentre invece opere importanti per la messa in sicurezza idraulica e per la gestione delle acque anche in tempi di siccità, continuano a rimanere lettera morta. Si sta facendo tutto il contrario di quello che si dovrebbe fare“.
Quali le soluzioni? “Gli amministratori degli enti locali potrebbero - conclude - cominciare a fare la loro parte: puntare sull’obiettivo consumo di suolo zero, privilegiando la riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, destinare e reclamare più fondi per l’adeguamento delle reti fognarie e scolanti, investire sullo sviluppo e sulla gestione del “verde urbano”, sulla riforestazione massiccia del territorio e su una agricoltura a basso impatto; diventare promotori dello sviluppo delle fonti rinnovabili e delle comunità energetiche locali”.
Alessandro Abbadir
Edizione
I più letti
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516