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Emergenza idrogeologica. Padova Est 1/4
24.06.2025 - 17:30
La portata del Brenta e Bacchiglione è notevolmente inferiore a sud rispetto a nord di Padova, il surplus di portata è di circa 500 metri cubi al secondo
A sud di Padova, dopo il nodo idraulico che regola e regimenta l’afflusso delle acque dei due maggiori fiumi, Brenta e Bacchiglione, la situazione fra le provincie di Padova e Venezia si complica: la portata dei due fiumi risulta ancora oggi notevolmente inferiore a sud rispetto a nord di Padova, con la pratica conseguenza che se ci troviamo ad avere la piena contemporanea dei due corsi d’acqua il surplus di portata è di circa 500 metri cubi al secondo che, per forza di cose escono dagli argini.
Saonara e Vigonza. “La salvaguardia del territorio va fatta insieme ai cittadini”
A Saonara il sindaco Michela Lazzaro ricorda gli interventi in via Sabbioncello e via Morosin. A Vigonza il sindaco Gianmaria Boscaro sottolinea l’efficacia dei bacini di laminazione
È l’allarme che lancia l’associazione Brenta Sicuro che da anni si occupa dei temi della sicurezza idrogeologica del territorio. Per quanto riguarda l’area di Padova Est il referente dell’associazione Marino Zamboni ricorda i drammatici avvenimenti del 2010.
"Tutti in quest’area - dice - ricordano cosa è successo nel 2010, con le drammatiche immagini della breccia arginale a Roncajette, in prossimità della discarica. Il deficit di portata, nonostante le azioni di rinforzi arginali, di varie manutenzioni lungo tutta l’asta del Bacchiglione-Roncajette, sussiste ancora oggi. Forte è, quindi, ancora oggi la preoccupazione per le amministrazioni locali ed i cittadini”.
Il tema del “rischio idraulico” nel dibattito pubblico e nelle attenzioni dei cittadini, sottolinea Brenta Sicuro, “soffre di sindrome da pericolo: viene affrontato i modo serio e costruttivo sono nei momenti di altra criticità o per meglio dire solo il giorno successivo al disastro ambientale che, sostengono tutti gli esperti, incombe costantemente nei nostri territori, strappati con faticose opere di bonifica, alle paludi che offrivano solo malaria, erano, quindi considerate insane e dannose”.
Neppure la catastrofe accaduta in più riprese in Emilia Romagna, in particolare a maggio 2023, che ha provocato 17 vittime e 10 miliardi di danni è servita per Brenta Sicuro, a scuotere le coscienze venete.
“Ad essere precisi - spiega Zamboni - va detto che la nostra regione, rispetto al 2010, si trova in una situazione molto diversa: da zero cantieri ed opere si è passati, per fortuna, ad un costante ed intenso programma di progettazione. Ma non bisogna cantare vittoria”.
Intanto una soluzione per la sicurezza idraulica dell’area di Padova Est per Brenta Sicuro esiste, ed è percorribile. “È necessario - conclude Zamboni - il completamento dell’Idrovia Padova-Venezia- mare che può elevare la sicurezza del territorio a sud di Padova, con una portata di circa 400 metri cubi al secondo. Serve, quindi, una rinnovata consapevolezza del problema, un’attenzione generale e non solo episodica. Da questo punto di vista la voce dei cittadini della zona è indispensabile per regolare le scelte dei nostri rappresentanti politici”.
Alessandro Abbadir
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