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SICUREZZA URBANA

Adria, via libera al progetto Alchèmia tra critiche e allarmi

Progetto Alchèmia: tensioni ad Adria per l'impianto di recupero solventi e rischio di inquinamento ambientale

Bassano del Grappa: istituito un tavolo tecnico permanente per affrontare la contaminazione da PFAS delle acque

È stato approvato il progetto della società Alchèmia Srl, che prevede la realizzazione di un impianto per il recupero di solventi da rifiuti, anche pericolosi, nella zona industriale di Cavanella, in via Maestri del Lavoro 85. L’intervento, formalmente autorizzato dalla Commissione provinciale, punta alla riattivazione di un’area dismessa dal 2010, ma solleva forti perplessitàMovimento 5 Stelle di Adria, che esprime una netta opposizione all’iniziativa, denunciando l’assenza di un reale confronto con i cittadini e la mancanza di misure di compensazione ambientale.

“Nonostante si tenti di presentare l’operazione come un’eccellenza della green economy e un’opportunità occupazionale, i documenti ufficiali raccontano un’altra storia”, affermano i pentastellati, facendo riferimento al verbale della Conferenza dei Servizi. Il progetto prevede la costruzione di un impianto per il recupero di solventi da rifiuti industriali e per la produzione di sostanze chimiche. Una prospettiva che, in un contesto già segnato da emergenze ambientali, riaccende i timori legati all'inquinamento da PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche già responsabili di pesanti contaminazioni in vaste aree del Veneto.

“Torniamo a parlare di un impianto destinato al trattamento di sostanze pericolose – sottolinea il M5S – mentre l’amministrazione comunale continua a non esprimersi chiaramente. Durante l’ultimo consiglio comunale del 19 maggio non è stata data risposta nemmeno sulla possibilità di prevedere compensazioni ambientali, come invece accennato nel verbale della Conferenza dei Servizi”. La questione tocca un nervo scoperto: la gestione dei rifiuti pericolosi e la tutela della salute pubblica. Secondo i Cinquestelle, “la politica locale resta silente, mentre le istituzioni regionali continuano a trattare Adria come una discarica. La popolazione è lasciata sola di fronte a scelte imposte dall’alto e, ancora una volta, manca trasparenza”. In un'area già fragile dal punto di vista ambientale, la presenza di un impianto potenzialmente a rischio impone inoltre una riflessione seria anche sul piano della sicurezza urbana, con la necessità di garantire sistemi di controllo e prevenzione adeguati a tutela dei cittadini.

Infine, il Movimento annuncia battaglia: “Nonostante l’indifferenza delle istituzioni, noi continueremo a farci sentire. Forte”. Una vicenda che si preannuncia al centro del dibattito pubblico nei prossimi mesi, tra esigenze di sviluppo industriale, necessità di bonifica, l’irrinunciabile diritto alla salute dei cittadini e di sicurezza urbana.

 

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