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Calcio. Eccellenza
05.05.2025 - 08:31
Moustafà Diomande con la maglia del Giorgione
Moustafa Diomandé, classe 1997, è uno dei perni del centrocampo del Giorgione di mister Zenorini. In questa stagione si è distinto mettendo a referto sei reti.
Moustafà Diomande è un centrocampista classe 1997 del Giorgione Calcio. Dopo essersi confermato tra i migliori della squadra in questa annata, con 6 gol all'attivo, racconta il suo percorso nel mondo del pallone. Il gioco del calcio è per lui quel compagno che non l’ha mai abbandonato dai tempi dei campetti vicino casa fino a quelli di maglie prestigiose come Treviso, e, appunto, Giorgione. Classe 1997, mezzala dinamica e generosa, Diomande è cresciuto ammirando le gesta di Yaya Toure e Pogba.
“Sin da piccolo ero sempre con il pallone tra i piedi. Sono cresciuto al Quinto di Treviso, poi ho fatto esperienze importanti a Treviso, al Careni e alla Robeganese. Ora sono a Giorgione da due anni e mi trovo benissimo. Questa annata è stata positiva, sia per la squadra che per me”, racconta.
La società di Castelfranco, infatti, si è posizionata nella metà sinistra della classifica. “Siamo cresciuti tanto. Abbiamo lavorato bene e seguito il mister; c’è un po’ di rammarico per aver mancato i play-off, ma siamo soddisfatti. Abbiamo dimostrato di essere un gruppo forte. Il bicchiere resta mezzo pieno”.
Per Diomande la crescita durante l'annata è stata evidente. “Sono migliorato sia tatticamente che tecnicamente. Il mio obiettivo è quello di crescere anno dopo anno quindi la direzione è quella giusta".
Con uno sguardo rivolto al futuro, l'ivoriano ricorda però anche il passato. “Il periodo al Treviso, anche se segnato dal Covid, mi ha lasciato molto. Giocare al Tenni è stato speciale, si respira un’aria di professionismo. Ma uno dei ricordi più belli resta una tripletta con la maglia della Robeganese: quella partita me la porterò sempre dentro”.
Diomande è un ragazzo che ha un rapporto con il calcio profondo e viscerale. “È impossibile farne a meno. Fa parte di me. Mi permette di esprimermi e mi insegna qualcosa anche nelle sconfitte".
E poi cosa ci sarà? “Mi piacerebbe diventare un osservatore. L’idea di scoprire nuovi talenti mi affascina. Voglio dare la possibilità a giovani forti di avere la giusta chance".
Intanto, oggi Diomande a Giorgione si sente a casa: “Mi piacerebbe restare qui. Poi ovviamente la società farà le sue scelte. Mi sono trovato bene anche con mister Zenorini: ci ha dato tantissimo, non solo dal punto di vista tecnico-tattico, ma soprattutto da quello umano. È entrato in sintonia con la squadra e ci ha trasmesso valori, disciplina, voglia di migliorare”.
E fuori dal campo? “Sono appassionato di tecnologia, mi piace restare aggiornato. Ma il calcio resta al centro: è lì che riesco davvero a essere me stesso”.
Tra sogni da realizzare e un presente fatto di corsa e gol, Diomande continua a scrivere la sua storia portando con sé una passione autentica per questo gioco. E il bello, forse, deve ancora arrivare.
Stefano Parpajola
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