Padova e la festa mutilata: a pagare sono i "giovani incoscenti", i calciatori della squadra

Cielo azzurro sopra Padova in una domenica pomeriggio che strizza l'occhio all'estate. Famiglie in relax per le vie del centro, passeggiano felici, sembra una giornata come le altre. C'è un pullman, però, che attraversa la città. Da questo scendono i calciatori del Padova, freschi di promozione in Serie B; camminano in fila indiana verso la loro meritata festa. Il clima è strano. Loro, immersi nella bolla di un gruppo meraviglioso, sono al settimo cielo. Perchè hanno scritto la storia. Arrivano al palco del trionfo. Presenta la grande voce di Gianluca di Marzio, giornalista che a Padova è di casa. Il cielo è sempre più azzurro, sembra tutto perfetto. Ma Piazza della frutta non è per tutti. Sicurezza e controlli, alcuni possono entrare e altri no. Una mamma viene respinta perchè porta con sé il cibo per il suo bambino. Gli ultras sono al mare, in protesta contro una festa mutilata. I pochi che ci sono festeggiano gli eroi cittadini. Andreoletti è sommerso dall'affetto, il capitano e i leader raccontano i momenti più belli dell'annata. Il patron parla di sogno Serie A. I ragazzi del Padova cantano giovani incoscenti, la loro canzone. Sono felici. Ma meritavano di più. La città è felice, ma non può, per davvero celebrare questa squadra. Storia di una festa a metà, stroncata dalla paura di un ignoto pericolo. E alla fine a pagare sono loro, i giovani incoscenti del Calcio Padova. 

Padova torna in B, ma la piazza resta semi vuota: festa a metà per i biancoscudati

Applausi e sorrisi, ma pochi tifosi. Presente il patron Oughourlian