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Calcio. Serie B

Ecco il Padova dell'equilibrio, ma ora serve qualità: il bilancio dopo la dodicesima

Il punto sulla situazione dei biancoscudati attesi dalla seconda sosta stagionale

Padova, Andreoletti con i piedi per terra: "Oggi è il tempo della fatica"

Matteo Andreoletti

Dodici giornate di campionato, dodicesimo posto in classifica con 14 punti raccolti, 12 gol fatti e 14 subiti. Il bilancio del Calcio Padova a questo primo snodo della stagione parla di 3 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte, un cammino altalenante ma più che positivo per una neopromossa. I biancoscudati si trovano +2 dalla zona playout, +6 sulla retrocessione diretta e a soli 2 punti dai playoff. Tutto è aperto nel campionato più imprevedibile del mondo, la Serie B.

Tre volti del Padova

Finora si sono visti tre Padova diversi. Il primo, quello dell'avvio di stagione, ancora in fase di adattamento alla categoria e ai ritmi della Serie B. Poi il Padova Leone e Formica, capace sia di proporre con coraggio il proprio calcio, sia di difendersi con grinta e ordine. Infine, nelle ultime settimane, il Padova dell’equilibrio, una squadra che ha perso un po’ di brillantezza e che si è fatta attendista per sopperire ad alcune difficoltà. Ma quali sono le cause di questa parziale involuzione, soprattutto per quanto riguarda la proposta di gioco?

Un attacco che fatica a trovare alternative

Il dato più evidente è quello legato ai gol che non stanno arrivando dagli altri reparti, escludendo quello dell'attacco. Nel 3-5-2 di Andreoletti, il contributo realizzativo di mezzali e quinti diventa fondamentale. Sono solo due le segnature trovate in questi ruoli: Harder contro la Virtus Entella e Varas a Monza. Barreca, Capelli, Ghiglione, Favale sulle corsie e Fusi, Di Maggio, ma anche Baselli e Crisetig a centrocampo, sono a secco. Troppo poco. La metà delle reti padovane arriva da Bortolussi (6 su 12), poi ci sono altri due attaccanti, Lasagna e Buonaiuto, entrambi fermi a 1, e infine due difensori: Sgarbi(1) e Perrotta(1).

Uno dei punti su cui Andreoletti dovrà lavorare maggiormente durante la sosta sarà quello di provare a mettere nelle condizioni di essere più pericolosi i ruoli chiave del suo 3-5-2. Basti pensare alle fortune fatte dall’Atalanta di Gasperini con Hateboer e Gosens, l’Inter di Inzaghi e quella attuale con Dumfries e Di Marco, o alla Juventus di Conte con Lichtsteiner e Asamoah. Gli esterni di questo modulo devono garantire gol, assist e un supporto importante alla manovra offensiva. Allo stesso modo le mezzali saranno chiamate a inserirsi maggiormente in zona rete e soprattutto a migliorare i numeri realizzativi. Da questo punto di vista, finora, sono stati sottotono. 

Cercasi fantasia 

Nelle gare più recenti la manovra biancoscudata si è fatta più prevedibile e priva del guizzo giusto. Una delle motivazioni di tale aridità può essere spiegata dall’assenza di giocatori di fantasia come J.Silva, Papu Gomez e Seghetti (rientrato a singhiozzo solamente nelle ultime due). Contro il Mantova erano indisponibili poi anche Lasagna e Di Maggio. Si tratta di giocatori fondamentali per trovare l’imprevedibilità, abili nel saltare l’uomo o offrire quel tocco di qualità che al Padova è mancato. Per compensare, Andreoletti ha dovuto adattarsi a un calcio più attendista e concreto. Il tentativo è stato quello di limitare i rischi più che imporre il proprio ritmo. Una scelta forse inevitabile, vista anche la serie di impegni ravvicinati e la stanchezza mentale accumulata da una squadra che, per stare dentro questo campionato, non può prescindere da un’attenzione massima in ogni istante delle partite. E farlo costa molta fatica. 

Ora arriva la sosta, attesissima e necessaria. Servirà per recuperare energie, ritrovare serenità e lavorare soprattutto su nuove soluzioni offensive. Alcuni recuperi aiuteranno. Alla ripresa, all’Euganeo, ci sarà l’attesissimo derby contro i rivali del Venezia: il banco di prova ideale per capire quale sarà il nuovo formato del Padova.

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