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Calcio. Serie B
10.11.2025 - 19:03
Matteo Andreoletti
Dodici giornate di campionato, dodicesimo posto in classifica con 14 punti raccolti, 12 gol fatti e 14 subiti. Il bilancio del Calcio Padova a questo primo snodo della stagione parla di 3 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte, un cammino altalenante ma più che positivo per una neopromossa. I biancoscudati si trovano +2 dalla zona playout, +6 sulla retrocessione diretta e a soli 2 punti dai playoff. Tutto è aperto nel campionato più imprevedibile del mondo, la Serie B.
Finora si sono visti tre Padova diversi. Il primo, quello dell'avvio di stagione, ancora in fase di adattamento alla categoria e ai ritmi della Serie B. Poi il Padova Leone e Formica, capace sia di proporre con coraggio il proprio calcio, sia di difendersi con grinta e ordine. Infine, nelle ultime settimane, il Padova dell’equilibrio, una squadra che ha perso un po’ di brillantezza e che si è fatta attendista per sopperire ad alcune difficoltà. Ma quali sono le cause di questa parziale involuzione, soprattutto per quanto riguarda la proposta di gioco?
Il dato più evidente è quello legato ai gol che non stanno arrivando dagli altri reparti, escludendo quello dell'attacco. Nel 3-5-2 di Andreoletti, il contributo realizzativo di mezzali e quinti diventa fondamentale. Sono solo due le segnature trovate in questi ruoli: Harder contro la Virtus Entella e Varas a Monza. Barreca, Capelli, Ghiglione, Favale sulle corsie e Fusi, Di Maggio, ma anche Baselli e Crisetig a centrocampo, sono a secco. Troppo poco. La metà delle reti padovane arriva da Bortolussi (6 su 12), poi ci sono altri due attaccanti, Lasagna e Buonaiuto, entrambi fermi a 1, e infine due difensori: Sgarbi(1) e Perrotta(1).
Uno dei punti su cui Andreoletti dovrà lavorare maggiormente durante la sosta sarà quello di provare a mettere nelle condizioni di essere più pericolosi i ruoli chiave del suo 3-5-2. Basti pensare alle fortune fatte dall’Atalanta di Gasperini con Hateboer e Gosens, l’Inter di Inzaghi e quella attuale con Dumfries e Di Marco, o alla Juventus di Conte con Lichtsteiner e Asamoah. Gli esterni di questo modulo devono garantire gol, assist e un supporto importante alla manovra offensiva. Allo stesso modo le mezzali saranno chiamate a inserirsi maggiormente in zona rete e soprattutto a migliorare i numeri realizzativi. Da questo punto di vista, finora, sono stati sottotono.
Nelle gare più recenti la manovra biancoscudata si è fatta più prevedibile e priva del guizzo giusto. Una delle motivazioni di tale aridità può essere spiegata dall’assenza di giocatori di fantasia come J.Silva, Papu Gomez e Seghetti (rientrato a singhiozzo solamente nelle ultime due). Contro il Mantova erano indisponibili poi anche Lasagna e Di Maggio. Si tratta di giocatori fondamentali per trovare l’imprevedibilità, abili nel saltare l’uomo o offrire quel tocco di qualità che al Padova è mancato. Per compensare, Andreoletti ha dovuto adattarsi a un calcio più attendista e concreto. Il tentativo è stato quello di limitare i rischi più che imporre il proprio ritmo. Una scelta forse inevitabile, vista anche la serie di impegni ravvicinati e la stanchezza mentale accumulata da una squadra che, per stare dentro questo campionato, non può prescindere da un’attenzione massima in ogni istante delle partite. E farlo costa molta fatica.
Ora arriva la sosta, attesissima e necessaria. Servirà per recuperare energie, ritrovare serenità e lavorare soprattutto su nuove soluzioni offensive. Alcuni recuperi aiuteranno. Alla ripresa, all’Euganeo, ci sarà l’attesissimo derby contro i rivali del Venezia: il banco di prova ideale per capire quale sarà il nuovo formato del Padova.
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